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Fuori dal mio solito binario
"È un sollievo essere di nuovo sul treno delle 8:04... Voglio soltanto affondare nel morbido schienale di velluto, sentire il calore del sole che filtra dal finestrino, cullata dal dondolio del vagone, al ritmo confortante delle ruote che corrono sui binari. Preferisco stare qui, a guardare le case che sfilano una dietro l'altra, più che in qualsiasi altro posto".
Abbandonare ogni pensiero, lasciare che il treno ti conduca a destinazione mentre lo sguardo, fuori dal finestrino, abbraccia paesaggi, case, persone, coglie alcuni momenti della vita di due sconosciuti e li plasma al punto da dare a quella "coppia perfetta" un nome, Jason e Jess, e a immaginare delle loro vite ciò che l'occhio non vede. Fino al giorno in cui qualcosa irrompe a spezzare quella perfezione.
Accade questo a Rachel Watson, la principale voce narrante, che ogni giorno prende il solito treno per recarsi al lavoro o almeno così crede chi la conosce. Rachel, nella sua solitudine, si affeziona agli abitanti del civico 15 di Blenheim Road.
Poco più in là, al numero 23, c'è la casa in cui lei ha vissuto con Tom: qui il suo ex marito (del quale Rachel continua a usare il cognome) abita ora con la nuova moglie Anna, (seconda voce narrante), con cui l'aveva tradita. E con Evie, la loro bambina, quel figlio che Rachel non era riuscita ad avere.
Rachel, Anna e Megan (la cui voce si intreccia con le due precedenti), una donna, a detta dei suoi amici, " meravigliosa, divertente, bella, generosa. Amata." Ma Megan, la Jess di Rachel, "non era la ragazza attraente e spensierata che vedevo seduta in terrazza. Non era la moglie amorevole, e nemmeno una bella persona. Era una bugiarda, un'imbrogliona. E un'assassina."
Quando Megan scompare l'unica certezza che prende piede è che non ritornerà.
Una cortina di nebbia e una fragilità, ora più manifesta ora più latente, attraversano le vite delle tre donne.
Superare quell'angoscia in cui il suo segreto la ingabbia, portarlo alla luce raccontandolo finalmente a qualcuno diventa un bisogno impellente per Megan ma lei lo sa che non può confidarsi con suo marito Scott (il Jason di Rachel): inizierebbe a guardarla con occhi diversi, non la perdonerebbe.
Confusa, sconnessa, inattendibile: la mente di Rachel non riesce a recuperare quei ricordi in cui, lei lo sente, si nasconde la chiave per scoprire la verità ma l'alcol le rende difficile recuperarli. Le ricadute non mancano, ma Rachel sente di dover fare qualcosa "In un modo o nell'altro, ormai, faccio parte di questa storia e non sopporto di rimanerne esclusa. Devo sapere che cosa sta succedendo. Ho elaborato un piano".
"Non riesco a smettere di pensare al fatto che Rachel era qui la sera della scomparsa di Megan; era sbronza, fuori di sé, poi di colpo è sparita.": l'opprimente presenza di Rachel, la sua instabilità, proteggere Evie, il pensiero di aver affidato per qualche tempo la sua bambina a Megan, la paura di vivere vicino a quella casa sono le nubi che si addensano ora attorno ad Anna.
Un libro fuori dal mio solito binario, ma in un modo o nell'altro, proprio come Rachel, nel corso della lettura mi sono ritrovata parte della storia: l'intreccio e il piglio incalzante della narrazione portano a seguire il flusso di pensieri delle tre protagoniste (quelli di Rachel, soprattutto, sono solo vaneggiamenti?) per giungere a quell'inevitabile punto di rottura e di svolta. Da lì ritrovarsi all'epilogo è un attimo.