Dettagli Recensione
A fondo
P.M. conduce una tranquilla esistenza, si è fatto da solo, riuscendo a riscattarsi da un contesto familiare dei non più promettenti; gode di impeccabile controllo della propria vita al confine tra Usa e Messico, ha sposato Nora, lei possiede un ranch, lui è avvocato.
Tutto è sotto controllo, compresa quella voglia di bere più del possibile, sa evitarlo, basterebbe poco per perdersi. Forse, è ad altro impulso che dovrebbe badare.
Così appunto avrebbe dovuto fare: controllarsi maggiormente perché, se ci fosse riuscito, la sua discesa verso l’inferno non sarebbe iniziata e lui avrebbe potuto far tacere ancora il passato. Esso però non è solo un insieme di circostanze o di ricordi, da tenere a debita distanza, è infatti costituito principalmente da persone, quei suoi familiari che ha depositato nel fondo della sua esistenza. Se fosse rientrato prima che il fiume avesse iniziato a ingrossarsi, isolando le fattorie, sarebbe stato possibile circoscrivere l’intruso, espellerlo il prima possibile e consegnarlo al suo destino, a debita distanza, tacendo tutto a Nora. Se solo fosse rientrato prima senza concedersi quella scappatella, Donald, suo fratello, non sarebbe stato un problema insolubile, e invece è lì, evaso, in cerca di aiuto per poter varcare il confine, là dove lo attende la sua famiglia in bilico.
Ritmo serrato, pioggia battente, claustrofobia allo stato puro, epilogo magistrale. Duro senza ritorno.
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