Dettagli Recensione
Ballard & Bosch
Per gli amanti di Connelly questo romanzo sarà un gradito ritorno con Renée Ballard, ancora una volta, la quarta per la precisione, che torna a essere la protagonista delle avventure del narratore ma con l’ex detective ormai in pensione Harry Bosch. Tra queste pagine anche gli scenari e i retaggi del Covid, la pandemia che ha cambiato e che ha sconvolto le nostre vite e le nostre realtà partendo dalle nostre più semplici abitudini. Siamo a fine anno, è il 31 dicembre 2020 quando la Ballard, di turno con una collega, si trova a dover far fronte a una morte per omicidio. A essere freddato è Javier Raffa, plausibile affiliato alla gang Las Palmas. Il caso vuole che tra il bossolo ritrovato che ha ucciso l’uomo vi sia corrispondenza con quello che ha ucciso Albert Lee venti anni prima. In questo caso, però, la morte resta irrisolta. Ancora la Ballard è coinvolta in un’altra indagine, quella degli “Uomini della mezzanotte”, stupratori seriali che senza troppe remore si introducono all’interno delle abitazioni violentando le malcapitate di turno.
Da qui ha inizio un gioco di intrecci che farà decollare il thriller che spicca in particolar modo proprio per la sua costruzione. Non è tanto la trama a colpire essendo questa molto nelle corde di Connelly e talvolta per questo un po’ un dejà vu quanto proprio la struttura che lo caratterizza. Lo stile è rapido, privo di fronzoli, diretto e non disdegna molteplici colpi di scena in una sequenza logica che è un continuo in divenire. Unica pecca è che talvolta si perde in divagazioni evitabili che fanno un po’ perdere di coinvolgimento allo scritto essendo queste un qualcosa sul quale si poteva tranquillamente tagliare. Il finale lascia aperti degli spiragli anche per quelle che potrebbero essere future collaborazioni tra la Ballard e Bosch.
Altra peculiarità dell’elaborato è la capacità riflessiva che è in grado di sollevare per mezzo delle tematiche presenti quali ad esempio la denuncia sulla violenza sulle donne ed in particolare per quelle spesso considerate “invisibili”.
Forse non l’opera più indimenticabile di Connelly ma certamente un gradito ritorno piacevole da leggere e gustare in poche ore per staccare la spina.