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Le ore più buie
 
Le ore più buie 2022-03-01 15:47:47 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    01 Marzo, 2022
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Renée Ballard contro gli "Uomini della mezzanotte"

E’ il quarto thriller in cui la detective Renée Ballard dà convincenti prove della sua abilità investigativa, questa volta in collaborazione con l’ex detective Harry Bosch, ora in pensione e protagonista di più di venti romanzi di Michael Connelly. Tutto inizia la notte del 31 dicembre del 2020. La pandemia da Covid-19 ed i disordini e le proteste che hanno portato al movimento Black Lives Matter hanno cambiato Los Angeles e reso la vita di tutti più agitata ed incerta. La Ballard è di servizio su un’auto del Dipartimento di Polizia di Los Angeles con una collega quando, durante le sparatorie ed i fuochi artificiali della mezzanotte, un certo Javier Raffa, che festeggia con amici, già noto come ex affiliato alla gang Las Palmas ad alla mafia messicana, viene ucciso non accidentalmente ma con un colpo quasi a bruciapelo. Le indagini sul bossolo, fortunatamente ritrovato, lo identificano come simile al bossolo di un altro proiettile che, circa vent’anni prima, aveva colpito mortalmente tale Albert Lee, caso rimasto irrisolto. Ballard scopre che titolare della vecchia indagine era Harry Bosch, riesce a contattarlo dando inizio ad una tormentata collaborazione, lunga e laboriosa, osteggiata dai vertici del Dipartimento in quanto non di competenza della Ballard ma della Sezione Omicidi. Ci sono analogie tra i due omicidi: le vittime, titolari di attività rilevate da un pool di professionisti in cambio di protezione, venivano poi assassinate per intascare polizze milionarie. Ma c’è una seconda indagine che impegna la Ballard, quella dei cosiddetti “Uomini della mezzanotte”, un duo di stupratori seriali, che si introducono in case di donne sole violentandole a turno. Sono già tre i casi segnalati, ma la detective va a fondo nelle indagini e riesce a prevenire un quarto stupro in modo rocambolesco, mettendo a repentaglio la propria vita ed annientando i criminali. E’ in questa seconda indagine che la Ballard dà il meglio di sé, anche se la sua professionalità incontra ostacoli e incomprensioni in un ambiente, quello del Dipartimento di Polizia, difficile e con molte magagne da nascondere: rivalità, depistaggi, tentativi di insabbiare indagini scottanti rallentano importanti procedure investigative, tanto da indurre una pur indomita Ballard a rassegnare le dimissioni. Il finale del thriller è emozionante e denso di colpi di scena, anche per i disordini e le accuse di inerzia alla polizia durante i giorni turbolenti del gennaio 2021, quando il Campidoglio viene assalito e devastato da una folla di dimostranti.
Il romanzo è ben costruito, anche se la tensione emotiva legata alle pericolose attività investigative è spesso attenuata da lunghe divagazioni personali o minute descrizioni di ambienti o trasferimenti da un luogo all’altro. Resta comunque ben ferma la denuncia contro la violenza sulle donne, ben espressa anche dal titolo del libro e dalle riflessioni dei protagonisti: le donne colpite sono “sul lato oscuro della luna”, poche ore buie cambiano per sempre tutte le ore che seguiranno.
Da segnalare per i fan di Renée Ballard che la detective ha un nuovo simpaticissimo compagno, un chihuahua preso al canile, di nome Pinto: con lui e l’inseparabile tavola da surf, la nostra detective ritrova sulle onde del Pacifico quella serenità che le insidie del lavoro e le incomprensioni di certi colleghi le hanno spesso negato. Non si esclude, così sembra di percepire negli ultimi capitoli, una futura collaborazione, da pensionata, con il vecchio amico e collega Harry Bosch.


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