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Apocalypse now
Ken Follett è unanimemente considerato un gigante del genere che si definisce romanzo a sfondo storico: è forse il più autorevole artefice, se non il valente progenitore di questo modo particolare di presentare il proprio estro narrativo, fatto deliziosamente fluire in una cornice di eventi storici effettivamente avvenuti, accompagnati dai rispettivi grandi interpreti, quindi citando e facendo interagire con quelli partoriti dalla sua fantasia anche fatti e personaggi noti a tutti perché reali.
Lo scrittore è prima di ogni altra cosa un attento ed acuto osservatore della realtà, degli attori e delle atmosfere del contesto storico che descrive; a questa dote, aggiunge la magistrale capacità di dar vita a storie e personaggi suoi propri, che risultano tanto più intriganti proprio perché incarnano alla perfezione umori e persone tipiche, e non gli stereotipi, di quel frangente temporale narrato.
Le sue storie perciò sono belle, piacevoli, prestigiose, i personaggi non sono verosimilmente perfettamente immersi nelle atmosfere evocate e con quelle partecipi, ne sono piuttosto gli effettivi e reali protagonisti. Ken Follett è un bravo scrittore, inventa bene e riporta meglio, il valore aggiunto che lo instrada all’eccellenza è una accurata preparazione preliminare, una minuziosa raccolta di informazioni puntuali, basata sullo studio di testi e documenti relativi ai tempi descritti, effettuati con il rigore dello storico più che del letterato, anche a questo è dovuto il puntuale, unanime e lusinghiero successo di pubblico e di critica che riscuote in tutto il mondo.
L’autore gallese è perciò considerato, a ragione, come detto, un artefice felice del romanzo storico, tuttavia dobbiamo chiarirci bene in merito, a costo di ripeterci. Follett non fa in verità romanzo della Storia, non ripropone didatticamente la filogenesi umana in forma romanzata: egli è uno scrittore con la maiuscola, non uno storico o un accademico della Storia, come qualsiasi autore di qualità racconta buone storie tutte sue, scritte ancora meglio, situandole però doviziosamente su uno sfondo di tempi, fatti e situazioni salienti realmente accadute nel corso degli eventi umani. In questo modo ottiene un duplice effetto, da un lato cresce enormemente la verosimiglianza di quanto racconta, il suo narrato incanta perché il lettore sa e riconosce i fatti storici evocati, almeno a grandi linee, si sente inconsciamente rilassato e confortato nella lettura, perfettamente a suo agio come chiunque che si muova su terreno conosciuto, perché sa le cose come andranno ad evolversi nel corso della Storia, quali sono gli effettivi Protagonisti e come svilupperanno nel tempo le loro azioni.
Parallelamente viene comunque avvinto dalla narrazione dell’ex-novo, segue con attenzione, il racconto non riproduce fatti già noti, sono storie nuove ciascuna a sé stante.
Come a dire, il contenitore è quello, il contenuto di maggior peso anche, poi sussistono ingredienti minori che ben si amalgano nell’insieme, sono queste spezie uniche, gustose e particolari che conferiscono sapore nuovo, lievemente diverso.
Nell’arazzo generale delle vicende umane sono i fili con una propria trama, colore e consistenza, che sorprendono, entusiasmano, emozionano, è il Racconto dell’autore, i personaggi da lui creati, che nel suo romanzo così risaltano rispetto alla Storia con la maiuscola.
Si attua un insolito contrasto tra due concetti differenziabili solo dal maiuscolo che distingue il certo dal fantasioso, la storia nella Storia, i protagonisti affianco ai Protagonisti, questo dualismo avvince, attrae, incanta, da sempre il piccolo ed il grande ciascuno a suo modo ipnotizzano, e si rivelano magari molto più simili di quanto si pensi.
Per questo, ad esempio, la lettura di queste pagine ci riporta fedelmente come realmente si svolga il quotidiano del Presidente degli Stati Uniti in carica, forse la figura più potente della Terra.
Come sia arduo gestire le reali problematiche mondiali, affrontare efficacemente il terrorismo, mediare i conflitti tra potenze, mantenere gli equilibri, rassicurare e fungere da esempio propulsivo per lo sviluppo economico e sociale del proprio Paese, guardandosi da nemici esterni ed interni.
Subentra poi sottilmente lo scrittore ed il suo estro narrativo di fantasia, con la descrizione, in punta di piedi, quasi con delicatezza, della stessa persona, del Presidente del più grande Paese del mondo progredito, alle prese con il proprio privato come un qualsiasi comune mortale, inerme ed impreparato ad affrontare come un normale genitore le difficoltà di delicata gestione di una figlia adolescente, o l’improvvisa anaffettività del proprio partner e relativo abbandono.
Realtà e romanzo si fondono, ognuno fluisce nell’altro, Follett altro non fa che rimarcare che la Storia è il confluire di tante piccole storie, sempre le stesse, eppure ognuna diversa, come diverse sono le persone che le costruiscono.
Questa è allora una Storia che parla di violenza, di amore, di immigrazione clandestina, di disagi e tragedie economiche dei paesi meno progrediti, di disastri climatici ed ambientali, di becero terrorismo integralista, di dittatori fuori di testa, e di giochi di potere ai vertici delle superpotenze tra la vecchia guardia reazionaria e militarista e le nuove generazioni progressiste ed illuminate, e perciò mal viste e osteggiate dalle prime. Ed insieme è un Romanzo che avvince presentandoci la storia d’amore e d’avventura di Tab e Tamara, due agenti segreti che ciascuno al servizio del proprio Paese agiscono in Sahara unendo affetto e missione, sentimenti e professione; si racconta qui di Kiah, bella, giovane e già vedova con un bimbo a carico, e del misterioso Abdul, agente operativo sotto copertura, compagni nel viaggio rischioso, insidioso, disperato, lungo le tratta dei migranti clandestini verso l’Europa; ci è offerta la visione d’insieme di una potenza economica mondiale protagonista ma ancora poco nota attraverso la visione di Chank Kai, un giovane viceministro del governo cinese, un uomo al passo dei suoi tempi, felicemente coniugato con una affermata attrice di soap opera di grande successo, alle prese però con un potere restio a modernità e cambiamenti.
Questo romanzo conta però una novità, Follett non lo ambienta in epoche precedenti, o addirittura in secoli passati, come già felicemente nei suoi romanzi ambientati nel Medioevo o nei decenni compresi tra gli ultimi conflitti mondiali: questa è una storia contemporanea.
L’azione si svolge esattamente ai giorni nostri, presenta realtà che abbiamo sotto gli occhi, che possiamo seguire quotidianamente. Perché il titolo, come l’intero romanzo, ha una funzione meritoria: è un monito:
“…Non deve accadere. Per niente al mondo.”
“Per niente al mondo” è il titolo in italiano. In inglese, letteralmente, suona meglio: mai.
Troppo spesso tendiamo a dimenticare che certo, il nostro Pianeta sta vivendo tempi difficili, i cambiamenti climatici e le relative disastrose conseguenze sono lì a ricordarcelo, ma il pericolo maggiore non viene dalla Natura, ma dall’Uomo.
Una escalation di conflitti armati fino a ricorrere agli arsenali nucleari non è una eventualità assai remota, è invece possibile, facile a verificarsi, vicina: non è una opzione, è un declino inevitabile ed inarrestabile, una volta iniziato.
Serve solo un innesco.
Possono funzionare da innesco le migrazioni forzate, i cambiamenti climatici, i conflitti tra falchi e colombe nelle superpotenze nucleari…Serve altro?
Follett non racconta nulla di nuovo, narra storie nella Storia: e il suo romanzo evolve come deve evolvere, come evolve la Storia.
A meno che gli uomini di buona volontà si ricordino di essere loro gli unici fautori delle proprie scelte, e scelgano di vivere in pace evitando un olocausto nucleare.
“…se dovessi morire e la mia anima essere perduta, sarà solo colpa mia. Ognuno era responsabile in prima persona.”
La Storia non è un Romanzo, la realtà supera la fantasia: niente war games alla Tom Clancy con lieto fine incluso, si può scegliere liberamente cosa fare. Ambedue le cose: la prima è il male minore, la seconda…mai. Sarebbe l’ultima azione sulla Terra.
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