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Regina rossa
 
Regina rossa 2022-02-02 16:55:35 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    02 Febbraio, 2022
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BENE MA NON BENISSIMO

Antonia Scott è una giovane trentenne che da molto tempo non vive più, si nasconde all'ultimo piano del civico 7 di calle Melancolía a Lavapiés, ogni giorno per tre minuti pensa al suicidio, il marito è in coma e sembra non riprendersi.
"Ispettore Gutiérrez... Quella signora, come la chiama lei, non è un poliziotto né una criminologa. Non ha mai impugnato un'arma, né ha mai portato un distintivo, e tuttavia ha salvato decine di vite. "(cit.)
Non è una poliziotta nè una criminologa, non possiede un'arma, né un distintivo ma grazie alla sua intelligenza e alla sua capacità di memorizzare tutto ciò che legge, è riuscita a salvare molte vite.
Jon Gutiérrez è un ispettore della polizia di Bilbao, vive con la madre ed è gay e ora è nei guai, per aiutare una prostituta e incastrare il suo protettore, ha inserito nell'auto dell'uomo, un quantitativo molto consistente di droga; solo che la ragazza lo ha tradito e lui è stato ripreso durante questo gesto e il video è di dominio pubblico.
Così è stato sospeso dal servizio e dallo stipendio, l'unico modo per riscattarsi è quello di aiutare un uomo di nome Mentor e convincere Antonia a tornare nell'unità Regina Rossa, un programma segreto per catturare dei criminali di alto profilo, ogni paese dell'Unione Europea ne ha una.
L'unità non ha vincoli, non ha gerarchie o rivalità, né burocrazia solamente un agente di collegamento appunto Mentor.
All'inizio del libro conosciamo molto poco di Antonia, mano a mano che la narrazione prosegue capiamo un po' di più riguardo la sua vita e a quanto sia spaventata nel tornare a quello che faceva prima della malattia del marito.
"Dopo tutto questo tempo passato a fuggire da ciò che è, da ciò che può fare, la realtà ha finito col raggiungerla. Antonia è cintura nera nel mentire a se stessa, ma è anche capace di riconoscere che desidera, almeno quanto teme, scendere dalla macchina e ritornare al vecchio gioco." (cit.)
E' per me il personaggio più interessante del romanzo, ha sempre cercato di vivere nell'ombra, nascondendo la propria intelligenza, pensate solo al fatto che si è laureata in Lettere con una media del diciotto tutto potrebbe far pensare a una studentessa mediocre e infatti era quello il suo intento. Anche se prendere sempre diciotto superando test orali, scritti e valutazioni diverse è sicuramente più difficile che laurearsi a pieni voti.
Lei voleva essere anonima, una come tante altre.
"«Esatto. Davanti a te hai una persona che è tutta la vita che ce la mette tutta per nascondersi in piena vista.» "(cit)
Antonia su insistenza della nonna, l'unica persona della sua famiglia con la quale ha un rapporto, decide di uscire dall'appartamento e seguire Jon e collaborare con lui a due casi molto difficili.
Álvaro Trueba è stato trovato morto, è il figlio della presidentessa della banca più grande d'Europa, sembra che il ragazzo sia scomparso da scuola, dopo aver chiesto di uscire dalla classe per andare in bagno. La vittima viene trovata sul divano di una villa, con i piedi nudi, una gamba incrociata sull'altra e la mano sinistra che sorreggeva un calice di vino, che è in realtà il sangue della vittima. In testa viene trovato dell'olio d'oliva e questo fa pensare ad Antonia che possa richiamare il salmo 23 e che la scena sia un messaggio dell'assassino.
La stessa sera scomparse anche Carla Ortiz, figlia di uno dei più ricchi imprenditori del mondo, lei si stava recando in un centro ippico con la sua cavalla Maggie, ma è stata aggredita e rapita.
Da qui inizia una vera e propria ricerca del colpevole, Antonia e Jon verranno messi a dura prova per trovare il responsabile dei crimini.
Partiamo dagli aspetti positivi di questo thriller, per prima cosa è un libro degno di questo genere, è coinvolgente fin da subito, c'è molto ritmo, suspense, la narrazione è abbastanza scorrevole e ho apprezzato il fatto che l'autore abbia delineato entrambi i personaggi principali, Jon e Antonia, in maniera convincente e verosimile.
Arriviamo anche ai "ma", ci sono alcune cose che non mi hanno affatto convinta, l'autore tende a ripetere molti concetti "uguali" a mio avviso forse troppe volte, per esempio sottolinea che Jon è omossessuale, che è robusto e non grasso, capisco che probabilmente voglia enfatizzare questi aspetti del suo personaggio però è un continuo ripeterlo nel testo.
La storia l'ho trovata un po' contorta e in alcuni punti difficile da seguire, purtroppo non tutto quello che accade durante la narrazione l'ho trovato così verosimile.
Il finale è aperto e questo lo sapevo in quanto è una trilogia, ma la sensazione che mi ha lasciato dopo l'ultimo capitolo è che questo libro fosse "spezzato", nel senso che all'inizio fosse stato concepito come un unico romanzo e poi fosse stato diviso in tre volumi.
L'ultimo punto che credo sia quello più importante e che mi ha convinta di meno è la scelta di utilizzare un narratore multiplo, premetto che nonostante ogni capitolo abbia un narratore diverso l'autore è stato bravo perché non perde mai il filo del discorso, si vede che dietro c'è un enorme lavoro di organizzazione e di progettazione del libro.
Ho perso il conto di quanti POV ho incontrato nel testo, più di sei, per me alcuni capitoli sono stati meno coinvolgenti di altri, vedasi quelli di Carla, però non ci sono molti autori di thriller che utilizzano così tanti punti di vista, al massimo sono tre, quindi forse questo ha "rallentato" un po' il ritmo della storia. Sicuramente ti dà la visione della storia a 360° dove un unico narratore non può riuscire in questo, però non so se gli altri due libri proseguiranno nella stessa direzione, per me questo è stato un qualcosa che mi ha lasciata perplessa.


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