Dettagli Recensione
FINALMENTE UN VERO THRILLER
La narrazione è molto avvincente, il ritmo della storia è davvero elevato quasi incessante, le poco più di centoquaranta pagine si leggono in un soffio.
L'autrice ci fa entrare in un turbinio di emozioni, non ci tedia con descrizioni inutili ma ci conduce nella vita di Inés e inserisce uno dietro uno dietro all'altro, una serie di colpi di scena, alcuni dei quali prevedibili altri meno.
Inés, è semplicemente la moglie di Ernesto, detta così può sembrare una cosa strana ma il motivo è preciso: lei non si sente una "donna", una "madre" ma solo una "moglie" e come tale proteggerà il suo matrimonio e la sua famiglia. Ma fino a che punto una persona può perdonare un tradimento? Per quanto una persona può tollerare le continue bugie del marito?
Un giorno Inés cerca una penna e non trovandola apre la ventiquattro ore del marito e trova un biglietto con un ti amo e la firma "Tua" scritta con il rossetto. La donna capisce che Ernesto la tradisce.
"L'importante era sapere se quel foglio significasse qualcosa per lui. In fin dei conti, dispiace dirlo, qualsiasi donna prima o poi, si ritrova con le corna. E' come la menopausa, è questione di tempo, ma nessuno si salva."(cit.)
Inés non affronta il marito, ma decide di salvare il suo matrimonio e di non dire nulla, anzi la donna giustifica il comportamento del marito dando la colpa all'amante, allo stress, all'immaturità dell'uomo, alla debolezza di fronte a un istinto umano.
La protagonista non vuole finire come la madre che ha divorziato dal padre e vive ancora nella speranza che lui ritorni, truccandosi e pettinandosi ogni mattina perché non si sa mai e lui potrebbe cambiare idea. Addirittura si continua a far chiamare con il cognome del marito aggiungendo la parola "Vedova" anche se non lo è davvero.
Un martedì Inés decide di seguirlo e vede la sua amante, è Alicia la sua segretaria, un classico clichè se non che, dopo un litigio, Ernesto accidentalmente la spinge e la donna batte la testa su un sasso. La protagonista cosa fa? Torna a casa come se nulla fosse, aspettando che il marito le confessi tutto, lei pensa di conoscerlo bene sono sposati da diciassette anni, si conoscono da venti e dopo tutto questo lei continua a difenderlo e a proteggerlo. Non ha la minima esitazione.
"Mi sono scrollata di dosso l'appellativo di "la figlia di Blanca"quando sono diventata "la moglie di Ernesto". E sono felice di sentimi chiamare così, sento di avere il mio posto nel mondo. Il mio territorio." (cit.)
Inés considera il marito una vittima come anche l'amante, quello che è successo non era programmato però se non denunci cosa è successo e non chiami i soccorsi, magari Alicia era ancora viva, diventi complice e tuo marito colpevole.
I due hanno una figlia Laura, detta Lali, che vive un periodo difficile della sua vita, ha un problema ma non lo confessa a nessuno dei suoi genitori. Nessuno in questa storia si preoccupa di Laura, le parli o cerchi di capire cosa le succeda, Inés è preoccupata nel nascondere le prove e salvare le apparenze e il marito di cui ancora ha fiducia e anche Ernesto si cura più delle amanti e del lavoro che della sua famiglia.
Il marito confessa tutto a Inés anche se la sua versione è diversa dalla realtà, qui mi fermo per evitare eventuali spoiler.
In così poche pagine credo sia interessante seguire l'evoluzione del personaggio di Inés, l'iniziale e apparente calma e il successivo cambiamento, quando viene a scoprire degli altri segreti legati al marito.
Inés cresce con una madre che le ha impartito un'educazione severa e precisa, le mogli devono essere devote al marito, sopportarlo e supportarlo e affidarsi sempre alla figura maschile. L'autrice, grazie al personaggio di Inés, fa una grossa critica alla nostra società maschilista che cerca sempre di giustificare e proteggere l'uomo e condannare la donna.
I capitoli sono alternati tra il punto di vista di Inés, quello di Ernesto e di Laura.
Ernesto è un personaggio passivo, che cerca di tutelare i propri interessi, non si cura di quello che può provare la moglie o la figlia, tradisce la moglie da anni senza vergogna o rimorso. Per quello che ha fatto non ha un briciolo di coscienza e anche in quel caso fa quello che ritiene meno doloroso per lui. E' un egoista, probabilmente quando si è sposato era ancora molto giovane e Inés con la bambina lo ha in un qualche modo "legato" a sé, lo dice anche lei durante la narrazione. Per la donna tre anni di relazioni erano sufficienti per poter concretizzare il loro rapporto e visto che Ernesto non si decideva, ha dovuto fare qualcosa lei.
Il finale è stato diverso da ciò che mi aspettavo, credo che questo libro abbia tutti gli elementi per essere un buon thriller, ritmo, suspense e una narrazione veramente avvincente.
Quello che mi ha colpito di più è il personaggio di Inés, che ho trovato credibile per come è cresciuta e come è stata educata, è pur sempre una ricca signora che deve difendere il suo matrimonio. Mentre sono rimasta perplessa dai molti indizi che lasciano Inés e Ernesto lungo la narrazione e di come gli investigatori abbiano ritardato a trovare qualcosa per risolvere il caso, sebbene Inés sembri sicura di sé, per scoprire la verità e per trovare delle prove, si basa su dei film. Non mi è sembrata così astuta o intelligente, per esempio non ha mai usato un bancomat!
Probabilmente il libro si concentrava più sull'aspetto psicologico legato ai personaggi rispetto all'aspetto crime.
Una piacevole e veloce lettura!