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Un fuoco che brucia lento
 
Un fuoco che brucia lento 2021-11-05 18:09:11 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    05 Novembre, 2021
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Questo thriller è ambientato a Londra nel suggestivo Regent's Canal e in una delle case galleggiante che costeggiano questo canale artificiale, è stato ritrovato il corpo di Daniel Sutherland.
La vittima presenta moltissime pugnalate e a scoprire il cadavere sarà Miriam, la vicina di barca del ragazzo. La donna ha cinquant'anni e vive da sola, è single ed è un'ottima osservatrice, sulla scena del crimine occulta delle prove pensando che in un qualche modo le potranno tornare utili. Anche se inizialmente non capiamo quale fosse il suo obiettivo. Nel suo passato ha subito un grave torto, uno scrittore molto famoso le ha rubato il suo libro , una sorta di memoir della sua vita; pubblicando un giallo che narrava molti eventi contenuti nel suo scritto.
Laura, invece, è una ragazza che ha avuto un' avventura con la vittima, è una donna problematica con delle ferite che si porta dal passato, è piena di difetti e di insicurezze.

"La scarsa autostima era di certo uno dei problemi di Laura, ma non l'unico. Ne aveva un intero battaglione a farle compagnia [...] attacchi di rabbia, scarso controllo degli impulsi, perdita di memoria a breve termine, ipersessualità e una zoppia pronunciata."(riferito a Laura) (CIT.)

Oltre a Miriam e Laura c'è anche una terza donna che ruota attorno a Daniel, è sua zia Carla che ha nel suo passato un divorzio, dal marito Theo e un grave lutto che non è mai riuscita a superare.

"Lasceresti bruciare il mondo intero, se solo servisse a renderli felici."(CIT.)

La storia viene raccontata dal punto di vista di queste tre donne, tra il loro presente e il loro passato, ho trovato che questo thriller nella prima parte sia stato molto scorrevole, interessante, mentre poi è diventato più lento e noioso e il ritmo della storia è sceso moltissimo.
Queste tre donne non si conoscono, hanno un passato difficile alle spalle, sono dei personaggi che però ho trovato antipatici e inaffidabili, non ho creduto in molti casi al loro dolore, forse non le ho completamente capite.
L'autrice durante la storia, ha volutamente inserito dei passaggi in cui le donne vengono discriminate, un po' per "denunciare" ancora una società dove manca l'inclusione, per esempio quando viene sottolineato che Miriam non è una signora ma una signorina solo perché è ancora single a cinquant'anni. Ancora quando l'autrice sottolinea che una donna che porta i figli al lavoro non può svolgere al meglio il ruolo di professionista e di madre o ancora che una donna senza figli non può capire quale sia l'amore vero.
Ho apprezzato molto lo stile dell'autrice, pulito, diretto e scorrevole però secondo me è un libro che è stato scritto con poco cura e in maniera frettolosa ho trovato alcune ripetizioni a distanze di poche righe e questo mi è dispiaciuto.
Avevo letto alcuni anni fa, "La ragazza del treno" e sebbene non mi fosse piaciuto particolarmente, ho trovato che questo romanzo sia a un livello inferiore rispetto al suo più famoso thriller, mi ha deluso il finale e il colpevole che purtroppo avevo intuito prima.
Sicuramente mi è piaciuto il fatto che abbiamo conosciuto la storia attraverso il racconto e la vita di tre donne che hanno subito delle ingiustizie, che le hanno portate a covare dentro un forte risentimento e una profonda voglia di vendetta.
Mi aspettavo di più da questa autrice.

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