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Da NON leggere durante una pandemia
Comprai "La progenie" dieci anni fa, quando la Mondadori lo pubblicò per la prima volta e fece un'offerta lancio, vendendo il libro a cinque euro. Dopo un iniziale entusiasmo, avevo però abbandonato questa lettura a poche pagine dal finale; l'interesse si era riacceso qualche anno dopo, quando ho visto la serie TV The Strain, tratta proprio da quella che in Italia è stata ribattezzata come Nocturna, così ho recuperato anche gli altri due volumi e, avendo deciso di dedicare questo mese ai libri ispirati a "Dracula", spero di maratonare in un colpo solo l'intera trilogia.
Ma dove risiede questa ispirazione al classico gotico? In realtà nell'intera idea alla base, perché questa serie è una riscrittura del romanzo di Stoker ambientata nella New York dei giorni nostri, con un focus ancora più netto sui risvolti medici del vampirismo ed alcuni interessanti cambiamenti nella lore di questa figura fantastica. La storia inizia all'aeroporto JFK con l'atterraggio di un Boeing 777 proveniente dalla Germania che sembra letteralmente morire subito dopo aver toccato terra, e con esso anche i passeggeri ed il personale a bordo; il pensiero corre subito ad un attacco terroristico, ma poi si comincia a valutare l'ipotesi di un virus che sembra aver ucciso in pochi minuti centinaia di persone e vengono quindi convocati gli esperti di malattie infettive Ephraim "Eph" Goodweather e Nora Martinez.
Nonostante ad una prima occhiata loro sembrino essere i protagonisti, la narrazione ha un tono maggiormente corale, seguendo in terza persona i punti di vista di una dozzina di personaggi e gruppi diversi, spaziando tra tante etnie che mostrano la multiculturalità della grande mela. I passaggi da un POV all'altro sono rapidi e ricordano per molti versi un tipo di ritmo decisamente televisivo: ciò non da al lettore il tempo di conoscere a fondo i caratteri o di assistere ad ogni scena, ma risulta molto adatto ad una storia di genere thriller dove l'azione ed il dinamismo hanno la precedenza.
Ad arricchire la narrazione ci sono anche dei brevi interludi in cui apprendiamo il passato di Abraham Setrakian (aka l'omologo contemporaneo del professor Van Helsing), ieri un giovane ebreo rinchiuso in un campo di concentramento in Polonia e oggi il proprietario di un banco dei pegni che usa come copertura mentre amplia le sue conoscenze sui vampiri. Come si potrà forse intuire, il suo personaggio è tra i miei preferiti assieme al disinfestatore Vasiliy Fet, mentre ho trovato a dir poco urticante la presenza di Nora perché il suo apporto alla trama è tendente allo zero periodico ed il suo unico tratto caratteriale è l'assecondare qualunque cosa proponga Eph.
Un altro elemento che mi ha irritato è l'eccessiva frettolosità con cui si sviluppa la storia: gli eventi ai quali assistiamo coprono un totale di tre giorni, ma a fine lettura ne sembrano passati trenta per quanti eventi hanno luogo, anche perché i personaggi accettano con troppa facilità i fenomeni paranormali in atto e l'intervento di Setrakian con le sue spiegazioni sui vampiri rende la narrazione ancor più rapida. Non mi ha colpito in positivo neppure lo stile, pur essendo di base alquanto semplice ed onesto; si nota però come in più passaggi risulti didascalico in maniera eccessiva, andando a sbandierare in faccia al lettore quali siano i sentimenti dei personaggi anziché lasciarlo capire attraverso la narrazione.
Cosa mi ha convito invece? Sicuramente l'idea alla base ed il modo in cui è stata sviluppata, la mitologia vampirica inventata dagli autori e soprattutto il grandissimo lavoro di ricerca che devono aver fatto in diversi ambiti, dalla medicina alle infrastrutture, per rendere questa storia così verosimile e ricca di dettagli affascinanti, e parecchio gore.