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Abbiamo sempre vissuto nel castello
 
Abbiamo sempre vissuto nel castello 2021-10-08 07:44:22 ALI77
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    08 Ottobre, 2021
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Una storia folle, agghiacciante, disturbante

Fin dalle prime pagine si respira un'atmosfera cupa e inquietante, l'autrice è stata molto brava a suscitare nel lettore un senso di smarrimento, di paura e di claustrofobia, non sapevo dove mi avrebbe portato questa storia.
La narratrice del libro è Mary Katherine Blackwood che vive assieme alla sorella Constance e allo zio Julian in una grande casa fuori dalla città di New England.
Mary e Constance seguono una serie di regole, alle sorelle non piacciono i cambiamenti, tutto doveva rimanere al proprio posto e non venire spostato. Costance, cucinava e badava a Julian, lo zio malato e passava molto tempo nel giardino e non usciva mai.
Mary, invece, andava in città solo per delle necessità due volte a settimana, andava a fare la spesa e in biblioteca, ma stava ben lontano dalle persone.

"Gli abitanti del paese ci hanno sempre odiato."(cit)

I Blackwood non usavano la posta, né avevano un telefono non amavano ricevere degli estranei, alcuni conoscenti andavano da loro a fargli visita ma sempre avvisando prima del loro arrivo.
Gli abitanti del paese hanno paura di questa famiglia, li temono e li tengono a distanza.
In questo storia c'era qualcosa di strano fin dal principio, con il passare delle pagine, veniamo a conoscenza che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood che vivevano assieme a Mary, Constance e Julian sono morti avvelenati.
L'arsenico è stato aggiunto allo zucchero, i tre personaggi del libro sono sopravvissuti perché Constance non lo mangiava, Julian ne prendeva sempre poco e Mary era nella sua camera in punizione.
Constance è stata accusata di essere la responsabile del tragico evento che ha portato alla morte, anni prima, di quattro membri della famiglia. Però la ragazza è stata assolta, ma da quel momento in poi ha paura di uscire di casa e rimane barricata nella sua proprietà.
Mary mostra dei segni evidenti di disturbi mentali, la sua follia è lucida per questo è agghiacciante e inquietante leggere questa storia attraverso i suoi occhi. Non ha rimorso, non ama il rumore, gli estranei e chiunque possa minacciare l'equilibrio della sua vita.

"Sui marciapiedi esitavo sempre, sentendomi esposta e vulnerabile mentre il traffico continuava a scorrere."(cit)

Il libro segue la quotidianità di questi tre personaggi fino a che l'arrivo del cugino Charles sconvolgerà le loro vite.
Ho apprezzato lo stile di scrittura dell'autrice, che ha reso l'ambientazione molto vivida, trasmettendoci un forte senso di inquietudine, è una lettura avvincente che mi abbastanza incuriosita.
I personaggi sono davvero particolari, non sapevo fino a che punto si volesse spingere l'autrice, ma si intuisce fin dall'inizio cosa è davvero accaduto agli altri membri della famiglia, quindi questo ha un po' smorzato l' entusiasmo nei confronti di questa lettura.
E' una storia diversa dalle solite, mi sono fatta una serie di domande a cui durante la lettura non ho ricevuto risposta, nonostante il libro sia scorrevole, ci sono dei punti dove il climax non era così alto.
Detto questo però l'autrice rende bene attraverso le sue parole l'atmosfera e il modo di vivere delle due sorelle, folle, agghiacciante, disturbante e credo sia questa la forza del libro più che la trama che ho trovato semplice.
Lo consiglio, ma leggetelo senza alcuna aspettativa altrimenti ne rimarrete delusi, perché molti ne hanno parlato bene ma in fondo la storia è più semplice di quello che potete immaginare.



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Commenti

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Ciao Alice. Bella presentazione. Ero incuriosito da questo libro, vedo però che non ti ha entusiasmata.
Ci hai avvertiti : forse l'avrei letto con molte aspettative.
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