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L'ultimo traghetto
 
L'ultimo traghetto 2021-08-29 19:41:15 ALI77
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
ALI77 Opinione inserita da ALI77    29 Agosto, 2021
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UN OTTIMO THRILLER

Mónica Andrade è sparita, il padre ha denunciato la sua scomparsa dopo che non si è presentata per pranzare la domenica con lui. La donna ha trentaquattro anni, insegna ceramica a Vigo in Galizia, ma abita a Tiran e prende ogni giorno il tragetto.
E' single, senza figli, ha un gatto e a volte si dimentica gli appuntamenti ma sul lavoro è molto precisa ed è molto strano che non abbia avvisato nessuno e abbia saltato la lezione. Ha un'unica amica Eva e sembra condurre una vita apparentemente normale.
" Mónica Andrade non era una donna problematica e non aveva relazioni sentimentali tormentate. La sua casa era in ordine, senza segni di violenza. Non c'era nulla che facesse pensare a una scomparsa forzata. "
Inizialmente l'ispettore Caldas pensa che Mónica si sia allontanata volontariamente, ha portato fuori la spazzatura, non c'è lo spazzolino da denti ma ha dimenticato le pillole anticoncezionali. Prima di sparire ha prelevato solo centoventi euro.
Ci sono pochissimi elementi, tutti gli indizi che il commissario trova e le persone che interroga non portano a nulla, ma per Caldas in questa storia c'è qualcosa che non quadra e continua ad indagare. Il caso sembra più intricato del previsto.
Questo libro è lungo ben 600 pagine, ma la storia è interessante e appassionante e l'autore è bravo a tenere alta la tensione del lettore, mi sembrava di vedere una serie tv a puntate, è un libro che si presta bene per la realizzazione di un film.
L'indagine è coinvolgente, Leo Caldas ricostruisce la vita di Mónica e gli ultimi giorni prima della scomparsa della donna, non lasciando nulla di intentato e non trascurando nessun aspetto.
Molti thriller per riuscire ad andare avanti con la narrazione uniscono vari elementi: omicidi, scomparse, rapimenti tutto racchiuso in poche pagine; qui seguiamo un solo caso. Credo che una delle qualità di questo autore sia sicuramente questa: riuscire a tenere alta la tensione e la curiosità con un'unica indagine.
La verità si scoprirà verso la fine, ci saranno molti elementi che si aggiungeranno durante la narrazione e ho trovato la trama coerente e verosimile, non troppo forzata o con elementi ad effetto.
Il personaggio di Leo Caldas è ben delineato, è determinato nel suo lavoro, meticoloso, non si arrende davanti all'evidenza anche la più scontata, non lascia mai niente al caso. E' un uomo che non viene tratteggiato con dovizia di particolari, conosciamo poco o nulla di lui, ma l'unica cosa che gli importa oltre al suo lavoro è la sua famiglia, farebbe di tutto per proteggerla.
Lo stile dell'autore è semplice, ma coinvolgente e mai noioso e credo che l'ambientazione, come nell'altro libro "La spiaggia degli affollati", sia stata fondamentale e funzionale per la narrazione, tanto che all'inizio del romanzo abbiamo una piccola cartina stilizzata dei luoghi dove si svolge la storia.
L'autore è bravo perché non cade nei cliché tipici del genere thriller, i dialoghi e i capitoli sono brevi per aumentare il ritmo della storia, in più utilizza la tecnica del sommario nelle scene in cui Caldas, spiega ai colleghi gli sviluppi del caso o legge le relazioni dei suoi collaboratori. Apprezzo sempre uno stile più semplice e diretto piuttosto che inutili descrizioni; alcune volte avevo però la sensazione che girasse attorno al caso senza mai centrare la soluzione. In questo errore si può cadere, ma Domingo Villar sa usare le parole e introdurre nuovi elementi quando pensiamo di essere vicini alla soluzione.
E' un romanzo che ho apprezzato moltissimo, è un autore che mi ha stupito e se nel precedente libro ero rimasta un po' più bassa con il giudizio ora non possono che assegnare 4/5.
Spero di leggere presto un nuovo libro di Domingo Villar!

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Lo consiglio a chi ama i thriller investigativi.
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