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Quarto Grado negli anni Trenta
In queste calde giornate estive, una raccolta di racconti può risultare una scelta migliore di un romanzo quando si parla di lettura di svago, soprattutto perché è di certo meno impegnativo seguire una storia breve. E infatti ho apprezzato molto la lettura di "Miss Marple e i 13 problemi", arrivando a divorare i vari racconti uno dopo l'altro e, come sempre mi succede con i lavori di Agatha Christie, finendo con il desiderare di recuperare subito un'altra sua opera.
Questa raccolta è composta da storie che sono assolutamente comprensibili se lette singolarmente, ma non manca un filo logico a collegare i racconti: in particolare abbiamo le prime sei storie incentrate sul Club del Martedì Sera, un piccolo circolo di amici di Miss Marple che a turno raccontano un evento misterioso per vedere chi arriverà alla soluzione esatta; nei successivi sei racconti ci troviamo in un gruppo di conoscenti diverso, ma si segue uno schema analogo. "Morte per annegamento" si discosta invece da tutti i precedenti, presentando un caso che avviene in contemporanea alla narrazione -anziché essere raccontato in seguito- e mostrando la figura di Miss Marple come coinvolta direttamente nel mistero.
Non stupirà che l'arzilla vecchietta inglese riesca sempre a risolvere il caso in questione, scovando nei suoi ricordi degli eventi simili dai quali trarre la risposta giusta. Questa situazione la porta spesso a punzecchiarsi con Sir Henry Clithering, ispettore di Scotland Yard in pensione che inizialmente deride i suoi metodi, ma arriva con il tempo a rispettarla per l'acume dimostrato; questo crea un rapporto tra i due ben scritto, che cresce dal primo all'ultimo racconto e si protrae anche in opere successive.
Oltre al fattore dell'intrattenimento, ciò che più ho apprezzato in questo volume è l'abilità di Christie nel cambiare il lessico utilizzato, il tono della narrazione e perfino gli elementi su cui è focalizzata l'attenzione in base a quale personaggio sta raccontando il mistero in questione. Pur essendo brevi, alcune storie hanno poi un'ambientazione davvero suggestiva che contribuisce ad agevolare l'immersione del lettore: è ad esempio il caso di "Il tempo di Astarte" o di "Sangue sul lastricato".
Purtroppo la caratterizzazione dei personaggi, già debole nei romanzi di Christie, qui è ancor più stereotipata, in particolare per quanto riguarda alcuni degli antagonisti, al limite della caricatura. Non mi hanno convinto appieno neanche la rapidità di un paio di risoluzioni ed il fatto che chiunque sia stato testimone di delitti decisamente gravi: anche se siamo in un'opera di fiction risulta poco verosimile, e ritengo sarebbe stato meglio raccontare anche crimini più comuni.