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Forse non era il caso di togliere qualcosa?
Se dovessi dare un giudizio sulla costruzione del giallo direi che l'autrice ha fatto un ottimo lavoro. In effetti si arriva ad un finale che non è per nulla scontato, e che dà un senso a tutto quello che ci racconta e che in prima battuta sembra poco chiaro. I personaggi principali sono già noti e collaudati così come lo è il paese scandinavo dove si svolgono i fatti e quindi su questo non ci sono difficoltà. I comprimari, invece non sono sempre così originali, anzi in qualche caso se non sono delle macchiette, sono un insieme di clichè: penso alla ragazzina sbandata che diventa un attrice internazionale e torna al paesello per sbatterlo in faccia a chi al denigrava, o agli adolescenti alla ricerca di modi eclatanti per scandalizzare gli adulti. Considerando che la trama del libro prevede che si passi in continuazione dal presente a fatti risalenti a vent'anni prima avrei evitato anche un incursione anche nei secoli precedenti. La storia è quella in sostanza della scomparsa e poi della morte di una bambina: un avvenimento tanto più drammatico, visto che sembra ricalcare quello avvenuto qualche decennio prime o del quale sono state incolpate due adolescenti. Le ragazze dapprima hanno confessato e poi hanno ritrattato. Casualità vuole che al momento della seconda scomparse entrambe si trovino in paese. Fino a qui tutto bene, direi che la trama è lineare, ha una sua logica e l'intreccio tra passato e presente è anche semplice da seguire. L'introduzione invece della storia di una ragazza accusata di stregoneria, qualche secolo prima, invece, secondo me è del tutto inutile, e serve solo ad appesantire il racconto.