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C'è anche un dopo?
Non uno dei migliori romanzi di King, neanche tra quelli che ha scritto negli ultimi anni , dopo il periodo buoi, però direi niente male. Si questo è un libro che fa paura, capace di puntare su una delle cose, che in fondo ci spaventa di più: i morti. Jamie ha un dono, forse ha una condanna: quella di parlare con i morti A volte non sa di farlo: se sono morti in modo tranquillo li vede come fossero persone normali. A volte li vede, vittime di qualche incidente, nel pieno sfacelo del loro corpo, ma ancora pienamente lucidi di mente. A volte è la mente che se n'è andata chissà dove e allora fanno veramente molta paura. Forse questo romanzo è un po' una raccolta di cose già sentite nei romanzi precedenti, mi viene da pensare: King sta omaggiando i personaggi che gli stanno più a cuore e ci sta salutando?
In ogni caso lo stile è quello inconfondibile di King, leggero, ma intenso allo stesso tempo, coinvolgente, pieno di sorprese, mai scontato. Il romanzo, del resto abbastanza breve, si legge in un fiato, ti dice tutto quello che devi sapere, ma allo stesso tempo ti lascia un po' di nostalgia e di voglia di ricominciare.