Dettagli Recensione
IL SECONDO CASO DI LEO CALDAS
L'autore ci accompagna con la sua penna coinvolgente e arguta in un crime che mi ha appassionata moltissimo.
La vittima di questo giallo spagnolo è Julio Castelo, soprannominato il Biondo, un uomo celibe sulla quarantina che lavorava al porto come marinaio e viveva a Panxón.
Il corpo è stato trovato alla deriva sul bagnasciuga della spiaggia di Madorra, l'uomo aveva le mani legate da una fascetta e delle ferite sulla fronte e sulla nuca. E' stata ritrovata anche una medaglietta d'oro della Virgen del Carmen, nelle tasche una higa e una busta di sale, delle banconote e delle chiavi.
Tutto fa pensare a un suicidio, il Biondo ha un passato difficile alle spalle legato alla droga, ma l'ispettore incaricato alle indagini Leo Caldas non la pensa così e inizia a indagare sulla vita dell'uomo e su un naufragio che lo ha coinvolto, avvenuto dieci anni prima.
L'ispettore Caldas è un uomo che proviamo a conoscere durante la lettura, è molto silenzioso e riservato e non ama mostrare i propri sentimenti. Leo non riesce ad esprimere l'affetto per il padre e per lo zio malato e la malinconia per la scomparsa della madre. Nel suo passato c'è anche un'ex ragazza Alba che è sempre presente nei suoi pensieri, come una ferita che ancora non si è rimarginata.
Nel suo lavoro è curioso, attento e scrupoloso cerca di scavare in profondità per capire cosa spinga una persona a commettere un atto così terribile, come quello di uccidere. Questo è il suo vero scopo oltre che assicurare alla giustizia i criminali.
Discorso a parte per il suo collega Rafael Estévez, che rispetto a Caldas, prende il suo lavoro in maniera più irruente è un uomo impulsivo, veemente e istintivo forse anche troppo, è sicuramente una coppia strana, ma che a mio avviso funziona. Rafael non è galiziano come Caldas, ma aragonese quindi proviene dalla parta nord est della Spagna.
L'indagine è molto tortuosa, l'autore dissemina indizi, false piste, assistiamo a un vera e propria corsa per trovare il colpevole e ho trovato la narrazione molto credibile.
Il giallo al centro del libro è di per sé semplice, ma ho apprezzato molto come l'autore sia riuscito, attraverso la sua abilità narrativa, a costruire una trama che appassiona, che tiene il lettore incollato alle pagine. Non ci sono colpi di scena eclatanti o una serie di morti violente, il caso si risolve con gradualità andando a scavare in profondità, nel passato della vittima, non dando nulla per scontato.
Il ritmo della narrazione è veloce sebbene le pagine sia quasi cinquecento, l'autore ha usato sapientemente molte tecniche per riuscire a incuriosire il lettore e a invogliarlo a continuare la lettura. I dialoghi sono brevi e non sempre forniscono nuovi elementi, ma è come se stessimo vedendo due persone parlare tra di loro nella vita reale. Utilizza anche il cosiddetto "sommario", quando Caldas legge le relazioni dei colleghi ci racconta quello che sostanzialmente già sappiamo. Inoltre anche i capitoli abbastanza brevi e i tagli di scena, evitano delle lunghe e noiose descrizioni e questo aiuta sicuramente a tenere un ritmo veloce.
Oltre al caso giallo che è il protagonista del libro, qui un ruolo importante è ricoperto dall'ambientazione: la Galizia dell'autore. E' un luogo suggestivo, che viene voglia di visitare, ci vengono descritti con dovizia di particolari il clima, il cibo, lo stile di vita degli abitanti e i marinai che vivono lì. La spiaggia di Madorra con la sua sabbia fine e bianca offre sicuramente un ambiente magnifico e incantevole e perfetto per il ritrovamento di un cadavere. L'ambientazione non fa da cornice alla storia ma è un elemento che interagisce con essa, che riempie la storia di atmosfera e arricchisce di fascino la trama narrata.
In questo libro conosciamo anche la comunità che abita questi bellissimi luoghi e attraverso le loro abitudini, la loro cultura, riusciamo a comprendere meglio come viveva la nostra vittima e il contesto sociale in cui era inserita.
Un ispettore come Leo Caldas così imperfetto e anche pieno di ombre e vizi, pensate al solo fatto che fuma troppo, così solitario e introverso lo rende sicuramente un personaggio interessante. I lettori tendono a prendere a cuore personaggi imperfetti più vicini possibile a una persona reale, io credo che in questo l'autore abbia centrato l'obbiettivo e spero possa creare ulteriori sviluppi attorno alla sua vita nei capitoli successivi.
Questo romanzo mi ha coinvolto moltissimo, appassionato, adoro come scrive l'autore e con onesta vi dico questo libro mi ha veramente sorpresa.
*Piccola nota finale:*
L'autore non ci racconta molto della vita dell'ispettore Caldas essendo questa una serie, probabilmente ci verrà svelato qualcosa di più nei prossimi libri. In realtà ho scoperto che questo è il secondo caso con protagonista Leo Caldas, il primo si chiama "Occhi di acqua" pubblicato sempre dalla casa editrice Ponte alle grazie anche se ora l'ho trovato fuori catalogo. Mentre il terzo libro è "L'ultimo tragetto" pubblicato lo scorso anno.
Volevo appunto recuperare anche il primo libro ma non ci sono riuscita, in quanto è introvabile anche in ebook, rimaneva solo il prestito bibliotecario che però aveva dei tempi troppo lunghi. Quindi ho rinunciato anche se non del tutto, perché mi sono informata con alcuni lettori spagnoli su Goodreads e mi hanno confermato che i libri si possono leggere anche in ordine differente e nel primo romanzo non viene svelato molto di più sul protagonista.
Ricapitolando in ordine di scrittura:
Occhi di acqua pubblicato nel 2008 ma fuori catalogo
(Leo Caldas #1)
La spiaggia degli affogati pubblicato nel 2021
(Leo Caldas #2)
L'ultimo traghetto pubblicato nel 2020
(Leo Caldas #3)