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La vittima perfetta
 
La vittima perfetta 2021-06-05 21:13:33 ALI77
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3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    05 Giugno, 2021
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IL SECONDO CASO DI ERIKA FOSTER

Siamo a fine giugno e ritroviamo Erika Foster, la detective che abbiamo iniziato a conoscere nel primo libro della serie, alle prese con un nuovo cadavere e un nuovo colpevole da scoprire.
La vittima è Gregory Munro, un medico di famiglia di quarantasei anni che è stato ritrovato nella sua casa dalla madre che lo pensava in vacanza nel sud della Francia e che era passata a dare da mangiare al gatto.
Il cadavere era stesa a pancia in su con un sacchetto di plastica sopra la testa, i polsi legati alla spalliera, nudo e con gli occhi sgranati e gonfi, sembra essere un delitto passionale.
Erika non né è convinta e fa un po' come vuole come nel primo libro, non ha ancora la completa fiducia dei colleghi e del suo capo, anzi non viene proprio apprezzata.
Il caso devo essere sincera è in alcuni parti molto prevedibile, la struttura narrativa segue quella del primo libro, anzi è molto simile quindi non troviamo nulla di nuovo.
Della vita privata di Erika non sappiamo molto di più rispetto al primo romanzo, è sempre molto scrupolosa, sospettosa e acuta nel suo lavoro però continua a non seguire le regole e a fare di testa sua, però alcune volte ci sono delle conseguenze da pagare.
Lo stile dell'autore è sempre scorrevole, il romanzo si lascia leggere velocemente ma l'ho trovato un po' meno appassionante rispetto al precedente, preferirei che ci fosse una maggiore indagine psicologica sul personaggio di Erika che dopo due libri non conosciamo se non marginalmente.
L'intreccio crime del libro l'ho trovato molto semplice, la vittima non sarà solo una e seguiamo il caso con interesse eppure mancava quel qualcosa che mi aveva entusiasmato nel primo libro.
Però c'è anche da dire che al di là di questa storia a me questo autore piace molto, la sua scrittura la trovo diretta, lineare ma probabilmente qui la vicenda thriller semplicemente non mi ha preso come speravo.
Ho trovato che verso la fine del libro, ci sia stata da parte dell'autrice una sorta di analisi psicologica del colpevole andando a indagare sul suo passato e sul perché o sul cosa l'abbia portato a compiere dei gesti così terribili.
Vediamo cosa succederà nel terzo libro della serie.

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Commenti

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Concordo sostanzialmente con quanto scrivi: Bryndza, una volta trovata la formula vincente non ha saputo allontanarsi e innovarsi Rimane, ahimè, più o meno sempre uguale a sé stesso.
Purtroppo debbo preannunciarti che non ho trovato miglioramenti nel terzo volume dedicato ad Erika Foster, anzi, ho notato una certa stanchezza che mi ha portato ad abbandonare questo autore, anche quando ha cambiato i protagonisti. Ma, ovviamente, è solo una impressione personale.

Una domanda birichina? Nella penultima frase ti riferisci a Bryndza come "autrice", si tratta di un refuso o un accenno malizioso alla sua dichiarata omosessualità? :)
In risposta ad un precedente commento
ALI77
07 Giugno, 2021
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Ciao, è un refuso chiaramente non mi permetterei mai di "ironizzare" su una cosa del genere :-)
Avevo fatto la domanda scherzosa, non tanto perché temessi un intento men che corretto in quella frase, quanto perché ho trovato la scrittura di Bryndza particolarmente "femminile", se è mai possibile effettuare una distinzione di questo tipo in uno stile letterario. Quindi pensavo lo volessi sottolineare pure tu. Addirittura mi è sembrato che gli riesca meglio di caratterizzare (come psicologia e atteggiamenti) i personaggi femminili di quelli maschili, ma probabilmente, è solo una mia sensazione.
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