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Lettura morbosa
Fin dalle prime pagine, leggere questo romanzo mi ha dato la stessa sensazione di assistere ad un incidente in autostrada: sapevo benissimo che andando avanti la situazione psicologica e le dinamiche tra i personaggi sarebbero diventate sempre più problematiche e malate, ma ero incapace di staccare gli occhi dal testo per una necessità quasi fisica di capire quale sarebbe stato l'epilogo.
Il primo pregio che si può notare nella prosa di McGrath è infatti la sua eccellente gestione del ritmo narrativo, accostata ad una storia che già di per se risulta intrigante. Ci troviamo infatti nella Gran Bretagna a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso ed il nostro narratore è Peter Cleave, uno psichiatra che lavora all'interno di un grande complesso vittoriano dove vengono rinchiusi criminali con problemi psichici; la storia raccontata dal medico è quella dell'attrazione distruttiva tra il suo paziente Edgar Stark -rinchiuso per un efferato uxoricidio- e Stella Raphael, avvenente moglie del nuovo collega Max.
Questa trama ha delle premesse molto interessanti ma se da un lato l'autore è superbo nel dosare la tensione, non raccontando mai per interno un episodio in modo da tenersi da parte i dettagli più torbidi per un secondo momento, dall'altro mi aspettavo onestamente un intreccio più movimentato. Almeno nelle ultime pagine sarebbe stato utile dare concretezza a tutta la tensione accumulata inserendo più svolte narrative oppure includendo alcuni dei personaggi che ci eravamo lasciati alle spalle nei capitoli precedenti.
In fin dei conti il mio solo problema con "Follia" è stato proprio questo; ho continuato a leggere speranzosa fino all'epilogo ma la scintilla non è mai scoccata, seppur la lettura mi abbia saputo intrattenere senza mai un momento di noia. Il merito di ciò è da attribuirsi soprattutto al cast ed alle dinamiche: la caratterizzazione dei protagonisti è studiata in modo attento, creando personaggi dalla psicologia contorta ma non per questo inverosimili o esagerati. Seguire l'evoluzione dei rapporti risulta di conseguenza molto interessante, in primis per quanto riguarda la relazione malata tra Edgar e Stella, ma anche la dinamica paziente /medico tra lui e Peter -che a tratti sembra travalicare questa eccezione a causa dell'interesse esclusivo dimostrato dal medico- e le storie che lei intreccia con gli altri uomini.
Un romanzo che non esiterei a consigliare per chi cerca una lettura sicuramente coinvolgente e scorrevole, che spinga al tempo stesso a riflettere sui meccanismi della psiche umana, con degli ottimi protagonisti e dei personaggi secondari validi, ma non sfruttati appieno secondo me. Dopo averli introdotti, McGrath sembra lasciarli un po' a se stessi, accantonando nel mentre anche le loro sottotrame; può essere frustrante ma non si tratta di un vero errore: dobbiamo ricordare che tutti gli eventi sono filtrati dallo sguardo di Peter e dai suoi specifici interessi.