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Dimenticate Sir Alfred
Roger, ex poliziotto dal passato doloroso, viene incaricato da un amico di pedinare la moglie Madeleine. L'uomo instaura con la sorvegliata un rapporto amichevole, almeno fino a quando questa si uccide gettandosi da un campanile. Ma un giorno un incontro casuale sconvolge le certezze di Roger. Madeleine è viva?
Alla base di una delle pietre miliari della filmografia di Hitchcock c'è questo splendido romanzo firmato da due autori francesi, ritenuti all'epoca, a ragione, i principi del noir europeo. Seppur il film di Sir Alfred abbia superato in fama il lavoro di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, "La donna che visse due volte" è un libro imperdibile per gli amanti del genere; è la storia di un amor fou venata da digressioni di natura soprannaturale che solo un finale sorprendente chiarirà se essere frutto di morbose fantasie o di un machiavellico piano destinato a sconvolgere le vite dei protagonisti. Avvincente, forte di una caratterizzazione precisa dei personaggi, ricco di depistaggi e soprattutto di un tema come quello del dualismo esposto in tutta la sua forza mistificatrice, il lavoro di Boileau e Narcejac ammalia con la sua prosa elegante e un gioco d'incastri in grado di alimentare e soddisfare con sapienza la crescente curiosità del lettore. Mi sento di consigliarlo anche ai conoscitori della pellicola, ci sono infatti intriganti differenze tra le due opere che le rendono a loro modo uniche. Se avete in mente la luminosa bellezza di Kim Novak e il fascino dell'aitante James Stewart, ci vorrà poco per resettare tutto, ripartendo dall'eterno binomio amore/morte sviscerato in modo eccellente, attraverso raffinati dualismi intrisi di suggestioni oscure.