Dettagli Recensione
drogàti
“Ma il leone è apparso ancora…”
Samuel ha diciotto anni, vive con la madre – la donna più pia e retta che io conosca- e ha deciso che non ha senso lavorare molto per guadagnare poco, quando spacciando droga si può ottenere molto lavorando poco. Samuel eccelleva in matematica, prima di abbandonare la scuola.
“…tenendo tra le fauci enormi…”
Manfred è un poliziotto del dipartimento di Stoccolma, padre non più giovane di una bimba piccina.
Una manina sporca di burro impedisce la presa. Dopo la luce, arriva il buio.
“…una candida colomba immacolata.”
Pernilla è l’agnello, pura e algida ha sempre chinato il capo e accettato il suo destino di privazioni. Ma una madre quanta forza può stanare in se stessa per sfuggire il proprio figlio alla morte? L’agnello e il leone.
Samuel, Manfred e Pernilla sono le voci narranti che si intrecciano scandendo le sorti delle vittime e dei carnefici che brulicano sotto la cenere di un mondo che si muove in remoto.
Interessante scoperta Camilla Grebe, di cui approfondirò la bibliografia, questo suo lavoro si legge d’un fiato, trattando tre filoni principali che rivendicano il ruolo protagonista.
Ovviamente si tratta di un thriller, un buon thriller con qualche ciocca di capelli tirata un po' troppo forte, ma che si perdona senza indugio. Poco poliziesco e poco scientifico, il livello di suspense è eccellente e sebbene non sia sferzato da una tempesta di colpi di scena, quelli che incontriamo sono sublimi.
L’autrice propone un romanzo che pure si focalizza molto sui rapporti umani nelle famiglie coinvolte, invitando il lettore amabilmente nelle vicende di questa gente.
Infine, come fosse un video in loop, è una ricorrente denuncia sulle oscene dipendenze funzionali della società moderna e sul narcisismo cronico che ha appestato gran parte di noialtri, popolo dei selfie e dei like sui social.
Un bel thriller, non il solito thriller.