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C'è sempre un dopo...
Trama: Jamie Cunklin è un ragazzino con un potere, vede per brevi periodi le persone appena defunte. Può porre loro domande alle quali queste sono obbligate a rispondere in modo sincero. Jamie però non sa che interrogare lo spirito sbagliato potrebbe creargli molto guai.
Si parte da un presupposto inevitabilmente associabile ad un noto film di M. Night Shyamalan, tanto che lo stesso Re, con grande autoironia, non nasconde la sua fonte d'ispirazione.
È un King che poi però procede per la propria strada, riconoscibile ed abile nel rispolverare tematiche estrapolate più volte durante la sua decennale carriera, ma in questo caso tirate a lucido a favore delle vicissitudini del protagonista, che seguiremo dai sei anni sino alle soglie dell'età adulta. Il percorso di crescita è servito, con relativo obbligo alla responsabilità e consapevolezza dell'influenza che certe scelte possono avere in futuro. "Later" è una storia dell'orrore ma è anche un romanzo in cui King mostra, attraverso la solita scrittura precisa e lineare -questa volta avara delle abituali e maniacali descrizioni-, la sua abilità nello sguazzare tra svariati registri narrativi. L'autore rischia poco, riuscendo comunque a delineare dei personaggi decisamente riusciti attraverso una costruzione psicologica inconfondibile, in cui vengono portate in superficie le paure umane più ricorrenti. La storia è ben articolata con incastri precisi ed un finale efficace che potrebbe suggerire un sequel. King si conferma maestro di suspense con le sue attese create magistralmente, inoltre si diverte con riferimenti a precedenti opere ("Il rito di Chud) e conferisce al suo lavoro ritmo mediante ingegnosi snodi. Tensione e colpi di scena quindi non mancano, tutto accompagnato dal solito incedere nostalgico e da parentesi toccanti, rintracciabili soprattutto nel rapporto tra Jamie e la madre Tia.