Dettagli Recensione
Un enigma che tiene incollati alle pagine!
Quand’è che un libro si definisce bello? Quand’è che riesci a dire serenamente che un romanzo rientra nella tua classifica dei migliori mai letti? Non credo ci sia una risposta universale. O meglio, forse la risposta è vera per tutti, ma poi ognuno la associa a libri diversi. Il bello è proprio questo.
Per quanto mi riguarda, “L’enigma della camera 622” è ufficialmente nella mia top of the books. Perché? Adesso ve lo dico.
Se avete già letto altro di Dicker, non serve dirvi quanto sia scorrevole la lettura. Stile impeccabile, poco descrittivo (impossibile dire che aspetto abbiano i suoi personaggi, in questo caso. Onestamente, la cosa non mi piace particolarmente, ma okay, sono scelte), le scene magistralmente alternate tra presente e passato, con flashback e flashback nei flashback. Intrecciato? Sì. Ma alla fine tutti i nodi vengono al pettine e la matassa della trama si sbroglia man mano davanti ai vostri occhi lasciandovi basiti e piacevolmente sorpresi. TUTTO ha senso di esistere, in questo romanzo. Ogni minimo particolare ha il suo perché, la regola della “pistola di Checov” è applicata in tutto e tutti. NESSUNO è da sottovalutare, in questo romanzo.
Ho letto una pagina dietro l’altra, la fine di ogni capitolo invogliava a saperne di più, a scoprire cosa fosse successo non solo in quella maledetta stanza d’albergo, ma anche tutto ciò che gravita attorno alla notte dell’omicidio: tanto per cominciare, chi è stato ucciso? Dicker non ce lo dice, lasciandoci continuare a leggere voracemente per scoprire l’identità sua, oltre che dell’assassino (cosa impossibile se, per l’appunto, non si sa nemmeno chi è morto). Ma fosse solo questo! Il libro è molto molto molto di più. È un enigma! Come lo sono i personaggi e le loro storie. Perché hanno fatto le loro scelte? Come si è finiti in questo groviglio di segreti, tradimenti e giochi di potere?
Super consigliato!