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L'incubo di Hill House
 
L'incubo di Hill House 2021-01-31 14:40:17 Mian88
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    31 Gennaio, 2021
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Hill House

«La paura» disse il professore «è la rinuncia alla logica, l’abbandono volontario di ogni schema razionale. O ci arrendiamo alla paura o la combattiamo; non possiamo andarle incontro a metà strada.»

“Hill House” inquieta con la sua vista sin dalla lontananza più remota. Ergendosi sola contro le colline essa appare chiusa intorno al buio e dal buio, quasi come se fosse risucchiata da questo e da questo incatenata. Tante le stranezze che la caratterizzano così come quel mito che attorno a essa si racchiude e che la vede protagonista di dicerie paesane e terrore condiviso. Quando la giovane Eleanor Vance, trentaduenne, giunge in quel della sua nuova dimora, non è pienamente consapevole del dove ella abbia accettato di andare. Dopo una giovinezza passata – ultimi undici anni – ad accudire la madre e a essere schiacciata dalla sorella che in lei non ripone fiducia decide di scappare, prendere la macchina sulla quale è stato imposto il veto all’utilizzo e accettare l’invito del professor Montague a risiedere in quel della casa maledetta. Lì giunta la sua presenza sarà accomiatata da Theodora, detta Theo, che al contrario di lei è emancipata, abituata a vivere nel lusso e a essere fortemente sicura di sé. Al duo si aggiunge Luke, un imbroglione erede di Mrs. Sanderson, proprietaria di Hill House perché almeno un membro della famiglia doveva essere presente all’esperimento. A concludere i volti umani i due governanti, Mr. e Mrs. Dudley, che si palesano esclusivamente durante il giorno, con orari ferri e per espletare le mansioni delle quali sono stati incaricati. Eh sì, perché il professor Montague, antropologo ha deciso di indagare sui fenomeni paranormali ed è proprio attorno a questi che ruota la vicenda ideata dalla Jackson e che si compone attorno al più grande dei cliché: la casa infestata. Un racconto dell’orrore? Un titolo con il quale tremare dalla prima all’ultima pagina? Assolutamente no. Pertanto, se deciderete di avvicinarvi a questo scritto non aspettatevi le ambientazioni spettrali da serie televisiva o chissà quale brivido da horror e/o splatter del genere. L’opera va contestualizzata ai giorni nostri e se un tempo poteva risultare inquietante, a mio modesto avviso, non lo è certo per porte che sbattono o per i misteri che ruotano attorno alle vicende che si articolano.
E se i candidati sono tutti stati scelti in funzione di uno specifico motivo e di una vicinanza al paranormale (vedi Eleanor che ha assistito a una manifestazione di poltergeist o Theo che ha facoltà di telepatia e premonizione), lo stesso fenomeno del paranormale non tarda a palesarsi e a colorare le pagine portando alla luce ogni più intima fragilità dei protagonisti.
E sono infatti queste paure più profonde e radicate a essere i veri fantasmi che abitano Hill House. Il passato tornerà ad affiorare, i conti in sospeso non mancheranno di mietere altro dolore, i ricordi a pulsare nella mente. Nessuna delle voci narranti resterà indifferente anche se, certamente, quella che più risentirà di questo dolore tornato alla luce sarà Eleanor che tra tutte ha un vissuto più doloroso e sacrificato.
Risentirà della mancanza di radici, di legami, di quella madre che ha accudito, di quella sorella che non la comprende e da qui, e per mezzo della sua voce, avrà inizio un vero e proprio viaggio nella psiche umana e nei suoi retroscena più intimi.
Il tutto per mezzo di una penna precisa, minuziosa, descrittiva ed evocativa, talvolta lenta, a cui si sommano dialoghi serrati e una forte introspezione. È un romanzo che suscita da un lato attrazione e che dall’altro respinge, un titolo che inizia con lentezza e che nella sua prima parte rappresenta il cliché dei cliché tanto che è soltanto nella sua seconda prende davvero forma e arriva nel suo contenuto che lascia un retrogusto amaro. Una lettura alla quale avvicinarsi con la consapevolezza di non essere di fronte a un horror quanto a un elaborato capace di guardare nell’io umano.

«Non sappiamo mai da dove ci venga il coraggio.»

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Commenti

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Bella presentazione, Maria.
Mai letto la nota autrice, ma ho in lista "Abbiamo sempre vissuto nel castello".
In risposta ad un precedente commento
Mian88
01 Febbraio, 2021
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Autrice molto particolare Emilio, io ne sono stata attratta e respinta. Spero di leggere presto la tua recensione su "Abbiamo sempre vissuto nel castello".
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