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Che fine ha fatto Monica Andrade?
Monica Andrade, giovane ceramista, scompare senza lasciare traccia, a denunciarne la scomparsa il padre, noto chirurgo , con il quale l'ispettore capo della polizia ha una sorta di debito di riconoscenza per aver operato con successo la moglie anni prima.
Incarica così delle indagini il migliore tra i suoi sottoposti, l'ispettore Leo Caldas , che all'inizio pare poco interessato alla vicenda in quanto tra l'altro un'occhiata superficiale alle cose lascia supporre un allontanamento volontario.
Ma qualcosa di indefinibile non convince del tutto l'ispettore.
Bella la descrizione dei luoghi e soprattutto della vita nel posto, un paesino al di la della riva, che permette di raggiungere Vigo in traghetto, quel traghetto che Monica prendeva ogni giorno per recarsi al lavoro e sul quale sembrano perdersi del tutto le sue tracce ridotte ad una bicicletta legata ad una ringhiera del molo.
La narrazione scorre senza noia ma anche in modo piuttosto lento, il sopralluogo a casa di Monica dura qualcosa come 70-80 pagine durante le quali l'ispettore Caldas e il suo collega Rodriguez non fanno che cercare il gatto di casa senza particolari intuizioni.
I sospetti, come spesso accade , si addensano attorno alla figura controversa di un giovane con problemi di comunicazione che si scoprirà dotato di un dono straordinario.
Per lungo tempo Caldas brancola nel buio alla ricerca di qualche indizio, lo stesso sistema di indagini spagnolo sembra lento e farraginoso, l'ispettore capo troppo in soggezione di fronte all'eminente chirurgo che si prende libertà eccessive, gli investigatori ripercorrono più volte i pochi elementi al vaglio su cui costruire qualche ipotesi fondata sulla fine di Monica.
Dopo 400 pagine che stavano diventando stucchevoli entra in scena una figura che cambia il corso della storia la quale , da lì in poi, prende ritmo e sostanza e ci lascia 200 pagine con un altro respiro, colpi di scena e la soluzione finale dell'enigma.
Declamato dalla stampa straniera come un capolavoro non me la sento di condividere questa impegnativa definizione, troppo lunga la parte iniziale che avrebbe giovato di uno sfrondamento di 200 pagine o giù di li, bella la parte da 3/4 in poi , nel complesso un buon romanzo ma lì mi fermerei.