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L'ombra del vento
 
L'ombra del vento 2021-01-17 15:22:16 Anna_
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Anna_ Opinione inserita da Anna_    17 Gennaio, 2021
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"Ci sono cose che si possono vedere solo al buio"

Le opinioni positive un po' ovunque espresse alla fine mi hanno convinta a leggere il libro verso cui non ero propensa per il genere giallo cui è, primariamente, ricondotto.

La storia incuriosisce e cattura sin dalle prime pagine per l'alone di segretezza che avvolge il luogo in cui, come a voler rispettare un rituale, il libraio Sempere conduce per la prima volta suo figlio Daniel, di quasi undici anni, in un giorno d'estate del 1945. Lettura che prosegue poi senza difficoltà rivelando un giallo sì, ma un po' atipico e, comunque, non soltanto un giallo.

Tanto segreto quanto misterioso, del Cimitero dei Libri Dimenticati, non si sa per certo né come né quando sia sorto ma di esso si conosce il (pregevole) compito: preservare quei libri che, altrimenti, il tempo destinerebbe all'oblio, nella speranza che un giorno ognuno di essi possa trovare un nuovo lettore che se ne prenda cura e si impegni a "mantenerlo vivo" per sempre.
Con (immancabile) stupore, Daniel si aggira (e con lui anche il lettore) in "quel labirinto che odorava di carta vecchia, polvere e magia" e alla fine, "tra titoli ormai illeggibili e scoloriti dal tempo... rilegato in pelle color vino, col titolo impresso sul dorso a caratteri dorati", trova il 'suo' libro: "L'ombra del vento" di Julián Carax, una storia che lo affascina al punto da voler leggere poi tutte le altre opere dell'autore.
Ma il mistero avvolge la vita di Carax: nato a Barcellona all'inizio del secolo, sulla sua sorte non si sa nulla di certo, mentre uno sconosciuto si dà da fare per reperire e bruciare tutte le sue opere.
Il lettore segue un Daniel curioso, ingenuo ma a suo modo anche tenace, nel suo percorso di crescita per circa un decennio in una Barcellona sotto il potere del franchismo, mentre indaga sulla vita di Carax e, passo dopo passo, vede la sua intrecciarsi sempre di più con quella di Julián: dal passato dell'autore emergono amori inconsapevolmente impossibili, amicizie indissolubili, infanzie tormentate, antiche gelosie e rancori mai dissipati, un segreto a lungo nascosto e la follia omicida del perfido ispettore Fumero.
Una serie di somiglianze avvicina la vita di Daniel e quella di Carax: entrambi appassionati di libri, ad entrambi apparterrà una penna che un tempo era stata di Victor Hugo e poi la relazione tra Daniel e Bea che sembra ricalcare quella di Julián e Penélope, "la bella Penélope, era donna e pertanto tesoro, non tesoriere".

Al fianco di Daniel ci saranno un padre dall'animo malinconico, il più delle volte in disparte a differenza di un vagabondo, Fermin, che diventerà per Daniel un amico fedele, insospettabilmente perspicace e coraggioso (di certo uno dei personaggi che conquista più facilmente le simpatie del lettore assieme a Miquel, l'amico di Julián e a Nuria Monfort, la donna da sempre innamorata di Carax).

Non mi sento di sconsigliare la lettura di questo libro, tuttavia non posso annoverarmi tra i lettori a cui è stato "capace di toccargli davvero il cuore" e dirne con il loro stesso entusiasmo.

"L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale - non importa quanti altri libri leggeremo, quanti mondi scopriremo, quante cose apprenderemo - prima o poi faremo ritorno".

Personalmente non ho trovato tra queste pagine il palazzo di parole cui farò ritorno.
Del libro però ricorderò l'immagine del Cimitero dei libri dimenticati, un'immagine che mi fa pensare al più piccolo, ma non per questo meno ricco e labirintico, 'cimitero di storie dimenticate' che risiede, dove più dove meno, nella memoria di ognuno di noi. Storie che un giorno potrebbero lasciarsi scegliere da qualcuno, o scegliere qualcuno, cui affidarsi per continuare a vivere. Un 'nuovo lettore' grazie al quale l'eco di quelle vecchie storie risuonerà in modo diverso e si ritroverà "la voce e la penna" per scriverne (o almeno provare a scriverne) di nuove.

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Commenti

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Bella recensione, Anna.
L'ho trovato un libro di agevole leggibilità, però mi pare non riesca a raggiungere un livello letterario, o meglio ci riesce solo a tratti. Mi è piaciuta la rappresentazione di una Barcellona nebbiosa, ben lontana dall'immagine-cartolina.
In risposta ad un precedente commento
Anna_
30 Gennaio, 2021
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Ciao Emilio.
Scusa se rispondo solo ora.
Sì, è stata una lettura agevole e non impegnativa. D'accordo con te sulla descrizione di Barcellona.
Grazie come sempre per la tua attenzione.
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