Dettagli Recensione
UN GIALLO CON ANDERSEN
Questo libro è un giallo storico ambientato a Copenaghen nel 1834 e ha come protagonista il famoso scrittore e poeta danese, Hans Christian Andersen.
L'idea degli autori parte dal fatto che Andersen tenne un diario per quasi tutta la sua vita, dal 1825 al 1875, ma c'è un vuoto di un anno e mezzo quando lui rientra dall'Italia nell'estate del 1834.
Questo libro è ambientato proprio nel periodo in cui non sappiamo cosa ha fatto o cosa sia successo.
In quell'anno Andersen non era ancora famoso, era povero ed era un aspirante scrittore, infatti i critici avevano stroncato ogni suo lavoro. Un giorno, una prostituta di nome Anna, viene ritrovata morta e la colpa ricade subito su di lui, perché è stato l'ultimo ad averla incontrata. Inoltre, tutti lo vedono come una persona strana, l'uomo infatti ritaglia, delle figure femminili, su dei fogli di carta.
Tutti lo credono un pervertito e lo condannano senza pensarci troppo, Hans ha tre giorni per dimostrare la sua innocenza.
Con l'aiuto di Molly, la sorella di Anna, cercherà di seguire delle tracce e delle piste, ma la ricerca dell'assassino non sarà così semplice.
Questo libro mescola molti generi al suo interno: lo storico, il giallo, il soprannaturale.
Ci sono alcuni elementi che mi hanno convinta poco e nonostante il libro sia scorrevole, ho trovato che le scelte degli autori abbiano influenzato molto il proseguo della storia.
Vengono sottolineati i difetti di Hans, per esempio il suo naso importante ma soprattutto viene descritto in maniera poco lodevole, viene marcata la sua presunta omosessualità, il suo essere povero e uno scrittore fallito.
Molly è una prostituta, sappiamo che nell'Ottocento le donne erano meno di zero, per me gode di troppa libertà, forse in alcuni punti ho trovato la narrazione molto forzata.
Ci sono alcuni riferimenti ad una sua opera, come potete intuire alla Sirenetta, ma non ho capito del tutto perché inserire questo elemento nella costruzione della storia.
Il lettore viene a conoscenza del colpevole fin dall'inizio ma nonostante questo, ho trovato interessante capire cosa l'abbia spinto a compiere il suo gesto.
Ma la sua vera identità verrà scoperta solo verso la fine del libro e questo è stato un vero colpo di scena.
Ho trovato delle parti più avvincenti, in particolare le prime cento pagine e verso la fine del libro, però altri punti sono stati molto pesanti.
Ho apprezzato moltissimo la descrizione di Copenaghen, i quartieri più malfamati della città in contrapposizione con lo sfarzo del castello; ci sono alcuni momenti in cui la narrazione è più diretta, cruda dove gli autori non ci risparmiano dei particolari forti.
Nonostante le premesse e il mio forte interesse verso questo libro, alla fine, un po' sono rimasta delusa perché mi aspettavo qualcosa di diverso, questo romanzo nonostante siano passati alcuni giorni da quando l'ho finito, continua a darmi delle sensazioni contrastanti.
Questo libro è molto particolare, sia nello stile di scrittura che nella costruzione narrativa, quindi è difficile consigliarlo o meno; io vi dico di affidarvi all'istinto se la trama vi ispira provate a leggerlo se invece, proprio non vi cattura, passate ad altro.
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