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Quel che è perso è perso
Ci avvertono subito Remo, Gaspar ed Enric, personaggi e voci narranti de “La pista di ghiaccio”: in questa storia troveremo un delitto, uno scandalo comunale e un triste segreto. Se prendessimo però la mappa di un giallo, da utilizzare come guida per affrontare la lettura, basterebbero poche pagine per capire di essere al cospetto di un percorso assai diverso, che non segue alcuna delle direzioni attese e si fa beffe di indizi, indagini, colpevoli. E, forse, persino della verità.
Qual è il cuore del romanzo, allora? Difficile a dirsi, con Roberto Bolano, ma il bello sta probabilmente proprio nel lasciarsi trasportare, senza rotta e senza meta, da queste tre voci così diverse, seppur sfumate dalle stesse ombre di malinconia. Un ex-scrittore cileno convertitosi in commerciante catalano. Un poeta messicano dall’animo vagabondo. Un pingue spagnolo in bilico tra potere e frustrazione. Sembrerebbero lontani anni luce, invece le loro voci parlano della stessa città, degli stessi personaggi, della stessa solitudine, offrendoci la loro porzione di verità. Non la verità della vittima e del colpevole, che rimane quasi un affresco sullo sfondo, ma una verità fatta di desideri inconfessati, di passioni impossibili, di impulsi improvvisi e inquietudini silenziose, che ruotano intorno a una pista di ghiaccio abusiva, costruita nel maestoso e ormai decadente Palazzo Benvingut.
Nell’afa di una torrida estate catalana, in cui l’aria è tanto densa da sembrare solida e il pulviscolo danza senza sosta nella luce abbagliante, il gelido spazio di una pista di pattinaggio, con la sua innaturale e fredda immobilità, si fa così simbolo di un’umanità ammaccata, tormentata, smarrita nel mondo, che si muove fuori dal tempo, come sospesa in un labirintico sogno.
“Siamo tutti così abituati a morire di tanto in tanto e piano piano che in realtà siamo ogni giorno più vivi. Infinitamente vecchi e infinitamente vivi”.
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Commenti
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innanzitutto grazie. Ho una conoscenza davvero limitata dell'autore, però nella mia piccolissima esperienza posso dire che, incuriosita dalle precedenti recensioni, ho iniziato anch'io da questo, che è il suo romanzo d'esordio, e credo in effetti che consenta già di percepire qualcosa dei toni e delle atmosfere di Bolano.
Un caro saluto,
Manuela
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Non ho mai letto l'autore ma m'incuriosisce. Dal tuo bel commento però non so se questo sia il libro 'giusto' per cominciare.