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L'orrore al di là dello spazio e del tempo
Uno strano paziente è scomparso in modo inspiegabile dalla clinica per malattie mentali di Providence, Rhode Island. Il suo comportamento bizzarro lo distingueva dagli altri ospiti della struttura, che certo non si possono definire gente comune: trattasi di Charles Dexter Ward, un giovane di ventisei anni, magro e dall’aspetto decrepito, con una macchia scura sul petto di origine non identificata, che sussurra appena invece di parlare, le cui fissazioni vertono su tutto ciò che è antico, tanto da fargli dimenticare ciò che è invece moderno. Se non fosse impossibile, ci si potrebbe convincere di avere a che fare con il sopravvissuto di un’altra epoca...
Queste le premesse del romanzo Il caso di Charles Dexter Ward, in cui H. P. Lovecraft si dilettò nel costruire una storia a base di stregoneria, uno dei temi che più lo affascinava. In breve: il giovane Ward è uno studente appassionato di antichità, che quasi per caso si imbatte nel ritratto di un suo antenato, tale Joseph Curwen, che gli somiglia in maniera impressionante, tanto da sedurlo in qualche modo, arrivando a ossessionarlo. Il passato di Curwen non è dei più limpidi: sospettato di pratiche stregonesche, fu fatto fuori secoli prima da un gruppo di cittadini/giustizieri, stanchi dei suoi “esperimenti” contro natura; pare riuscisse a resuscitare i morti, soprattutto personaggi illustri deceduti da secoli, costringendoli poi a cedere il loro sapere. Sembra che il giovane Ward stesse percorrendo una strada simile a quella battuta dal suo antenato prima di venire internato, a causa delle manifestazioni della sua follia, negli ultimi tempi sempre più evidenti.
Nonostante la storia in questione sia di genere fantastico, presenta una forte componente autobiografica: non è difficile per chi conosce l’autore ritrovarlo nel protagonista da lui creato, che risulta quasi un alter ego: l’interesse del solitario di Providence per tutto ciò che è antico è noto e risaputo, come l’amore che nutriva per la sua città natale, a cui con questo romanzo rende un sentito omaggio.
La coppia di personaggi Ward/Curwen sono uno lo specchio e l’opposto dell’altro: pur somigliandosi come due gocce d’acqua, e ricercando ambedue la conoscenza, divergono in modo netto per l’uso che ne fanno: Ward vuole “solo” arrivare a comprendere sfere della conoscenza ignote agli altri esseri umani, mentre Curwen non si fa scrupolo di usare le nozioni acquisite per accrescere il proprio potere; la sua ambizione non ha freni, tanto che è disposto a sovvertire le leggi naturali pur di raggiungere i suoi scopi, anche a rischio di gettare l’universo intero nel caos. Toccherà al dottor Willet, un vecchio amico della famiglia Ward, rimettere le cose a posto. Ma c’è sempre un prezzo da pagare.
The case of Charles Dexter Ward è una delle creazioni più note di Lovecraft, e pur non facendo parte del celebre Ciclo di Cthulhu, resta una pietra miliare nella sua produzione. Il motivo è presto detto: parla di sogni impossibili da realizzare, se non nelle storie di fantasia; narra di improbabili ritorni dall’al di là, insomma di un modo per sconfiggere la morte, sogno proibito per eccellenza fin dall’alba dei tempi. Inoltre è un incubo in cui tutti gli ingredienti funzionano alla grande, fungendo da classico ammonimento ai comuni mortali che volessero travalicare i limiti imposti dalla realtà: perché per ritrovarsi nei guai a volte basta solo un attimo e un pizzico di presunzione. Ma il mondo della letteratura sarebbe decisamente più noioso senza questo genere di antieroi, non credete?