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Femminicidio a Barcellona
È una Barcellona piena di solitudine quella che fa da sfondo a quest’avventura dell’ispettrice Petra Delicado e del suo inseparabile vice Fermín Garzón, splendida coppia investigativa nata dalla penna di Alicia Giménez Bartlett. Una storia che si snoda attorno al tema quanto mai attuale del femminicidio e che si addentra nell’oscura ragnatela dei siti d’incontri e delle agenzie matrimoniali.
Volti di donne. Fotografie che immortalano pose e sorrisi con cui catturare l’attenzione: la birichina, la pudica, la provocante, l'enigmatica. Fotografie in cui palpita tutta la speranza di trovare finalmente qualcuno con cui dividere la propria giornata, in una città che sa farti sentire davvero solo, avvolgendoti con il suo assordante silenzio.
Volti di donne. Fotografie di cadaveri sfigurati e coperti di tagli profondi, su cui un misterioso assassino seriale si è accanito con singolare violenza. Fotografie di donne che hanno pagato con la morte il bisogno di un po’ di calore, l’ultima illusione di felicità.
Le indagini di Petra e Fermín partono lentamente. Non è una corsa al fulmicotone quanto più un moto ondulatorio, tra errori e false piste, intervallato da esilaranti battibecchi, burrascose sfuriate e immancabili soste al bar. Perché anche di fronte alle più intollerabili brutture, i nostri detective spagnoli rimangono aggrappati all’umorismo, all’amicizia e alla fiducia nel potere ristoratore di tapas e birre.
Come sempre, i gialli della Giménez Bartlett trovano il proprio spunto narrativo nel desiderio di raccontare la complessità delle relazioni più che un’avventura investigativa. I personaggi si interrogano spesso sul senso della vita, sui comportamenti sociali, sulla responsabilità individuale dei colpevoli. Le mostruosità del femminicidio nascono dalla malattia mentale oppure rivelano una crudeltà insita nella natura umana, che vede nell’anonimato del mondo virtuale il terreno ideale in cui operare? Il punto di forza della storia sta dunque non tanto nel risultato o nel colpo di scena, quanto nel cammino e nelle riflessioni che porta con sé.
Per questo, una lettura da consigliare, sebbene non esente da qualche pecca. Il maggior difetto è a mio avviso una certa ripetitività e prolissità, che ne inficiano la piacevolezza complessiva. Devo inoltre ammettere di non riuscire ad apprezzare, per mio gusto personale, l’evoluzione che l’autrice ha disegnato per la propria protagonista negli ultimi lavori. Non riesco proprio a farmi piacere questa Petra più convenzionale, più borghese, più ordinaria, e continuo a rimpiangerne l’esplosiva carica anticonformista dei primi tempi.
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Scusa, mi sono dilungata un po' troppo!
Grazie come sempre per l'attenzione,
Manuela
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