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Onirico..anche troppo
Nawal al-Sa'dawi è egiziana ed è conosciuta al mondo come femminista, scrittrice, attivista e psichiatra. In questo romanzo ha messo insieme tutte queste sue caratteristiche aggiungendo l'elemento sempre presente, il petrolio.
Il libro inizia così:
“Donna va in vacanza e non fa ritorno.
Le donne non si allontanavano da casa così: se una donna usciva da sola, lo faceva per soddisfare una qualche necessità urgente, e prima di uscire doveva chiaramente ottenere il permesso scritto dal marito o timbrato dal suo capo al lavoro”.
I protagonisti non hanno nomi, lei parte e da quel momento il presente e l'onirico si uniscono. Lei è un'archeologa, la sua vacanza serve per andare a cercare le divinità femminili, non solo una donna non può andare in vacanza, ma soprattutto non può girare a volto scoperto e lei queste cose le fa entrambe. Dopo poco la troviamo su un'isola, con un altro uomo che non è il marito e soprattutto ovunque c'è il petrolio.
“L'amore ai tempi del petrolio” è un libro difficile, conta poco più di 160 pagine ma mi ci è voluto davvero molto per finirlo. È impensabile seguire la trama, non ci sono capitoli, è tutto un fiume in piena che va avanti e torna indietro. Ora siamo con lei a trasportare un barile di petrolio, poco dopo seguiamo l'interrogatorio che la polizia fa al marito e al capo, poi torniamo nella capanna con l'uomo, aspettiamo sua Maestà, incontriamo donne, speriamo nella fuga e soprattutto dobbiamo affrontare molte ingiustizie.
L'autrice mette in luce la dura condizione della donna e dei poveri che devono lavorare al petrolio mentre altri si arricchiscono; spera nella solidarietà femminile per poter arrivare ad una svolta. Sono temi forti e che condivido, ma il libro resta comunque troppo onirico e troppo pesante, non tanto per l'argomento ma per come ha deciso di presentarlo. Consigliarlo? Non saprei, sicuramente non lo rileggerei.
“L'uomo poteva sparire per sette anni, per poi tornare e pretendere di trovare la moglie ad aspettarlo, seconda la legge, mentre la donna andava in vacanza solo il giorno del proprio funerale”.
Buona lettura!