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La delicatezza del noir
Quello di Philip Marlowe è un nome leggendario, probabilmente più conosciuto di quello del suo creatore. Interpretato da tantissimi divi del cinema (tra cui Humphrey Bogart, proprio nella trasposizione de "Il grande sonno") è infatti un personaggio che ha soppiantato il nome di chi l'ha partorito, cosi come Pinocchio e Sherlock Holmes hanno divorato Collodi e Conan Doyle (anche se, ovviamente, non del tutto). Tuttavia, un grande personaggio può uscir fuori solo dalla mente d'uno scrittore talentuoso, quale Raymond Chandler mi sembra essere. Senza dover ricorrere alla volgarità e alla truculenza che sembrano essere un must delle opere contemporanee, l'autore costruisce un noir di elevata caratura, retto da un protagonista senza dubbio affascinante e arguto.
La storia ha inizio nell' enorme casa d'un ricco generale, ormai vecchio e molto malato, che convoca Marlowe per indagare su una sorta di ricatto di cui è stato vittima, tramite delle cambiali recapitate al suo indirizzo e che denunciano presunti debiti di gioco. Fin dall'inizio Marlowe, col suo fiuto da vero segugio, intuisce che dietro questa storia ci sia ben che da un semplice ricatto; non è infatti che l’inizio di un percorso nello svelamento d’una losca storia, che coinvolgerà anche le due sregolate figlie del generale: donne avvenenti che nascondono non pochi segreti. Da un caso apparentemente semplice, dunque, partirà una sequela di strani traffici, omicidi, rapimenti; e nel bel mezzo di questi eventi ci sarà Marlowe, capitano senza equipaggio sulla nave d'una vita trascinata in tempesta. Il suo sangue freddo coinvolge, ci tiene ancorati al racconto di cui è protagonista e ci permette di non soccombere insieme a lui a una situazione che avrebbe di certo annientato un'anima debole.
Un noir di tutto rispetto, dunque, che riesce a rendere benissimo la cupezza dell'ambientazione e delle vicende, senza dover scendere a patti con un linguaggio scurrile e scene troppo violente.
Davvero una piacevole sorpresa.
“Che importanza ha dove si giace, quando si è morti? In un pozzo nero o in una torre di marmo in cima a una collina, fa lo stesso. Quando si è morti si dorme il grande sonno, e a cose del genere non si bada. Petrolio e acqua sono vento e aria per i vivi.”
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Commenti
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sì, in effetti l'incipit è molto bello. Ci sono diversi brani, in realtà, davvero degni di nota.
Mi segno il titolo da te citato, perché credo proprio approfondirò l'autore molto presto.
nemmeno io leggo tantissimi noir o thriller (se non per svagarmi ogni tanto), ma devo dire che questo qui mi ha piacevolmente colpito e ha qualche brano davvero notevole. Può valere la pena dargli un'occasione!
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"Erano pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline. Portavo un completo blu polvere, con camicia blu scuro, cravatta e fazzolettino assortiti, scarpe nere e calzini di lana neri con un disegno a orologini blu scuro. Ero corretto, lindo, ben sbarbato e sobrio, e me ne sbattevo che lo si vedesse. Dalla testa ai piedi ero il figurino dell'investigatore privato elegante. Avevo appuntamento con quattro milioni di dollari".
Chandler è stato un maestro del genere hardboiled e il livello medio dei romanzi con protagonista Marlowe è alto. Tra tutti, secondo me i migliori sono proprio "Il grande sonno" e "Il lungo addio", da cui nel 1973 è stato tratto un film eccellente.