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Racconti di Howard P. Lovecraft
 
Racconti di Howard P. Lovecraft 2020-10-10 14:01:28 Eros DAngella
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4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Eros DAngella Opinione inserita da Eros DAngella    10 Ottobre, 2020
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La raccolta definitiva di Lovecraft

Questa edizione, in quattro volumi, è quella più adatta agli appassionati di Lovecraft, dato che raccoglie qualunque racconto abbia scritto, o anche solo abbozzato.

I volumi seguono un’ordine cronologico (vol 1: 1897-1922; 2: 1923-26; 3:1927-30; 4: 1931-36), ogni volume ha un’introduzione sull’autore, le sue opere e la sua fama a nel mondo e in Italia, oltre a una bibliografia generale in modo che, anche se si acquista un solo libro, si possano comunque le informazioni generali di contorno.

Ogni testo è organizzato con prima i racconti del periodo che hanno fatto la fama dell’autore e dopo, a parte, i racconti minori, scritti insieme ad altre persone o che ha anche solo revisionato.

Howard viene considerato il fondatore dell’horror, ma si tenga presente che è molto diverso dall’horror attuale; a me ad esempio, pur avendoli letti in un periodo in cui avevo crisi di panico, i suoi racconti non hanno suscitato nessuna paura, tuttavia mi sono piaciti molto.

In genere c’è poca azione nei suoi scritti, le vicende si sviluppano un po’ lentamente, cercando di generare un senso di suspence, mistero, inquietudine, in cui generalmente la conclusione fornisce un dettaglio al contempo inquietante e rivelatore.
Nonostante la lentezza e il numero (in genere) limitato degli eventi narrati siano in genere dei difetti, nel nostro caso non sono mancanze dell’autore, ma parte integrante della sua tecnica, da cui è anche in grado di affrancarsi se lo ritiene opportuno. La maestria di Lovecraft sta nella creazione dell’atmosfera, in cui aleggiano nomi di strane divinità malvagie (in realtà alcune, come Dagon, non sono frutto d’invenzione, anche se il Dagon reale era una figura tutt’altro che sinistra) che ricorrono in diversi racconti insieme ad altri elementi come il Necronomicon, libro di magia nera che ha un ruolo cruciale in molte sue opere, o la Miskatonich university, istituzione inventata di sana pianta in cui sarebbe anche custodita appunto una copia del Necronomicon.

Nelle sue storie, infatti, si è sempre accompagnati da una strana sensazione di fascino per queste strane divinità e i loro emissari, sebbene non siano affatto benevole, e anche il Necronomicon non manca di colpire l’immaginazione del lettore. Nelle sue opere è come se l’autore ci facesse viaggiare nella nebbia, facendoci scorgere uno scorcio momentaneo di qualcosa di misterioso e terribile al tempo stesso, che viene poi di nuovo oscurato.

I protagonisti dei racconti sono persone normali che si trovano coinvolte, spesso assolutamente per caso, in qualcosa di terribile che nella quasi totalità dei casi non possono assolutamente affrontare e se, almeno per il momento, riescono a salvarsi, è grazie alla fuga serbando il trauma di quanto visto per sempre o impazzendo completamente. Si resta coll’immagine di un’umanità sottoposta a una minaccia incombente che non sospetta nemmeno e che non potrebbe affrontare nel caso questa si scatenasse effettivamente.

Uno dei racconti che mi è piaciuto di più (“Alla ricerca del misterioso Kadath” 1926-27) in realtà non è horror nemmeno secondo i criteri dell’autore, ma è invece un racconto onirico molto strano, ma anche molto affascinante.

Insomma, anche se non sono particolarmente spaventose, le fatiche di Lovecraft hanno affascinato milioni di lettori, ispirando anche altri autori che riprendono elementi inventati da lui, in particolare il Necronomicon. Dalle sue opere sono stati ispirati anche videogiochi (sebbene in genere con risultati un po’ deludenti) e giochi da tavolo, di carte e di ruolo (con risultati molto più soddisfacenti), testimoniando l’influenza che ha esercitato, e quindi il suo valore come scrittore .

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