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Il titolo originale è meno blando, giuro
Come in "Miss Marple nei Caraibi", letto lo scorso anno, anche "Il terrore viene per posta" di Agatha Christie fa parte della serie dedicata alla simpatica vecchietta inglese che, tra una sciarpa ai ferri e un centrino all'uncinetto, riesce immancabilmente ad individuare il colpevole e permettere alle autorità di assicurarlo alla giustizia.
L'aspetto più irritante di questo romanzo è proprio la poca presenza di Miss Marple in scena: arriva nella storia solo nell'ultimo terzo del volume e non compare per più di cinque pagine prima del finale in cui spiega agli altri personaggi, e a noi lettori, come ha smascherato l'assassino. Per contro Jerry Burton -protagonista e voce narrante della storia- è padrone incontrastato della scena, tanto che l'autrice si concede di dar ampio spazio alla sua cringeissima storia d'amore, nonché a quella della sorella.
Nonostante queste deviazioni romance abbastanza superficiali, l'intreccio si mantiene ottimo per la parte mistery: poco dopo l'arrivo dei fratelli Burton nella cittadina di Lymstok, diversi abitanti cominciano a ricevere delle lettere misteriose in cui l'anonimo scrivente da voce a dei pettegolezzi sulle loro vite private; mentre alcuni riescono a scherzare a cuor leggero su queste missive, altre persone ne rimangono profondamente turbate, e anche la morte non tarda a fare la sua comparsa nel ridente paesino.
Nonostante le lettere siano solo una parte del caso, sono proprio l'elemento che genera l'interessante riflessione sul tema della paura, una paura capace di esercitare anche una grande influenza sugli individui perché non sanno quando verranno colpiti e quale accusa verrà loro mossa. L'angoscia si fa ancora più paralizzante dal momento che l'anonimato di cui gode l'autore delle lettere impedisce fino all'ultimo di sapere cosa lo spinga ad agire.
Un altro aspetto che ho apprezzato è la presenza di diversi personaggi femminili forti e decisi, capaci di vivere in modo indipendente e dalla mentalità alquanto moderna, se si considera l'epoca di pubblicazione del romanzo. D'altro canto sono rimasta perplessa per la divisione del testo nei capitoli e nei paragrafi: spesso le scene continuavano nonostante il "taglio", oppure cambiavano repentinamente tra una frase e l'altra.
Anche per l'edizione ho un'opinione non del tutto positiva. La traduzione è recente, e si sente da come il testo scorre piacevolmente durante la lettura, ma la qualità della stampa è scarsa (soprattutto se confrontata con il prezzo), manca il classico elenco dei personaggi a inizio volume e ho trovato pre e postfazione confusionarie e per nulla indispensabili.