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LA SESTA INDAGINE DI ERICA E PATRIK
In questo volume Erica torna ad avere un ruolo da protagonista, nonostante sia incinta di due gemelli è sempre in mezzo alle indagini perché cerca di trovare la soluzione del caso.
Se nei precedenti volumi mi sono lamentata perché la Falck ricopriva un ruolo marginale, in questo è anche troppo presente e invadente. O poco o troppo la Läckberg non ha mezze misure, ormai dovrei conoscerla un po'.
Il caso al centro del libro riguarda proprio la protagonista, Erica, che ha aiutato nella stesura del suo romanzo d'esordio lo scrittore emergente Christian Thydell, anche lui residente a Fjällbacka.
Da alcuni mesi Christian riceve dei gigli bianchi con dei strani biglietti con scritto "Lei ti cammina accanto, ti segue. La tua vita le appartiene.", la protagonista cerca di indagare per conto suo e la situazione si aggrava quando un amico di Thydell, scomparso da mesi, viene ritrovato morto lungo la costa.
Anche Patrik, compagno di Erica e ispettore incaricato del caso, crede che ci sia un legame tra le lettere e il corpo, ma durante la narrazione il lettore si troverà di fronte a molte false piste e il colpevole non sarà cosi scontato...
Devo essere sincera questo libro mi ha coinvolto meno dei precedenti, forse è la risoluzione del caso che non mi ha appassionato o forse l'intreccio era troppo ingarbugliato e in alcuni punti non lo ho capito le scelte che l'autrice ha fatto.
Lo stile della Läckberg è sempre lo stesso, diretto e semplice, utilizza la tecnica dei cliffhanger sia alla fine dei vari capitoli che alla fine del libro stesso.
I personaggi in questo libro sono molti, forse troppi e tutti insieme rendono la narrazione pesante e difficile, come dicevo, c'è un po' di confusione e bisogna stare attenti a non perdere nessun dettaglio.
Il ritmo quindi risulta essere molto lento, credo perché passiamo da un personaggio all'altro e ci vuole un po' prima di orientarsi in questa storia.
Una cosa che mi ha lasciato veramente perplessa è il finale, ovviamente non farò spoiler, ma questa conclusione mi ha spiazzato e non ho compreso come la Läckberg abbia fatto una cosa del genere, come le può essere venuta in mente. Per me non era necessario dare una svolta così alla trama e sinceramente non trovo una giustificazione plausibile.
Forse voleva sorprendere il lettore con questa storia, invece a me ha lasciato l'amaro in bocca.
Per il resto se vi incuriosisce la serie della Läckberg, iniziate dal primo volume "La principessa di ghiaccio" e se continuerete sicuramente ci saranno dei libri che apprezzerete di più e altri di meno, questo romanzo per me è stato meno coinvolgente degli altri.
Se non conoscete proprio l'autrice sono usciti i primi due volumi di un'altra serie dedicata al personaggio di Faye, io ho recensito entrambi i volumi e dell'ultimo trovate la recensione qui, io non vi consiglierei di partire da questi perchè la Läckberg non è la stessa. Mi spiego, nei romanzi dedicati a Erica l'autrice si concentra più sui casi che sulla vita personale dei personaggi e la narrazione è molto scorrevole e credibile, alcune volte di più altre di meno.
Mentre in quella di Faye, non sono dei romanzi gialli, ma più dei thriller e la Läckberg punta l'attenzione su alcune tematiche a lei care, calcando un po' troppo la narrazione e inserendo degli elementi che stridono con la sua produzione letteraria del passato. Non siamo sullo stesso livello della serie dedicata ai delitti di Fjällbacka.
Peccato, speriamo che cambi rotta.