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Il segno dei quattro
 
Il segno dei quattro 2020-07-12 13:00:20 FrancoAntonio
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    12 Luglio, 2020
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Holmes e il tesoro misterioso

Una giovane donna, graziosa e in ambasce, un misterioso e favoloso tesoro indiano, un omicidio avvenuto in una camera apparentemente sigillata dall'interno e alcuni mirabolanti inseguimenti attraverso una Londra nebbiosa. Sono questi gli ingredienti che consentono al genio Sherlock Holmes di staccarsi dalla pericolosa routine quotidiana di tre iniezioni di cocaina in soluzione al sette per cento e dedicarsi, anima e corpo, alla soluzione di un intricato enigma.
La deliziosa miss Morstan si presenta un giorno a Baker Street dicendo che il padre, ufficiale in India, è misteriosamente scomparso dieci anni prima, ma ora le è arrivata una missiva anonima che le comunica che, per riparare al grave danno che le è stato arrecato, dovrà recarsi a un misterioso recapito per ricevere il doveroso indennizzo che le spetta. Accompagnata da Holmes e Watson la donna scoprirà che il Capitano Morstan (del quale le viene comunicata freddamente la morte), assieme al commilitone Maggiore Sholto, aveva scoperto un ricchissimo tesoro fatto di gemme preziosissime. Per una serie di imprevedibili circostanze si erano perse le tracce del cofano che lo conteneva alla morte del secondo. Ora uno dei due gemelli Sholto, eredi della fortuna paterna, vorrebbe procedere alla equa suddivisione di quella fortuna, giacché infine, è stato ritrovato il misterioso baule. Però, recatisi in quella che fu la residenza paterna dove è conservato lo scrigno, rinvengono il cadavere dell’altro gemello Sholto ucciso in modo quantomeno arcano. A questo punto, solo il talento dell’investigatore consentirà di scoprire ciò che è realmente accaduto.

Nella mia riscoperta dei capolavori di Conan Doyle ho affrontato, in rigoroso ordine di pubblicazione, questo secondo romanzo che vede protagonista l’investigatore di Baker Street 221.
In esso la personalità dei due protagonisti principali viene più accuratamente delineata. Senza falsi pudori si scopre che Holmes è un depresso cronico, dedito agli stupefacenti, mentre Watson un crepuscolare romantico che si lascia intenerire dalla prima coppia di dolci occhi femminili. L’intreccio, oggi, a distanza di quasi 140 anni, ha perso molta della sua originalità e inventiva e forse pecca di ingenuità che, adesso, più scaltriti, riterremmo imperdonabili, ma resta comunque un’opera geniale e piacevolissima: l’invenzione dell’indagine secondo sistemi rigorosamente scientifici; lo studio delle personalità in modo crudamente realistico; le atmosfere uggiose di una Londra di fine XIX secolo sono tuttora da ammirare. Mi è piaciuta anche la tecnica del racconto nel racconto per motivare il crimine e dare maggiore tridimensionalità ai personaggi secondari.
Al palato moderno, forse, potrebbero apparire meno gradevoli il neppur troppo velato sessismo, razzismo e sciovinismo britannico che traspaiono in quelle pagine; la poco credibile e comica inettitudine dei detective di Scotland Yard; i troppo forzati e machiavellici intrecci orditi dal criminale di turno. Tuttavia, tenendo presente che si sta leggendo opere di quasi un secolo e mezzo fa, che hanno precorso tutte le pubblicazioni di genere poliziesco, la loro modernità non viene sminuita dal retaggio inevitabile di un’epoca con diversa mentalità e sensibilità.
Quindi, in definitiva è ancora un libro attualissimo e pienamente godibile.

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