Dettagli Recensione
IN ATTESA DEL SALTO DI QUALITA'
Premetto che provo una certa simpatia per Joel Dicker, giovane scrittore dal viso aperto, appassionato al suo lavoro, prolifico di volumi enciclopedici e inventore di trame labirintiche. Per questo gli si concede sempre una "prova di appello". Dopo il successo di Harry Quebert, romanzo decisamente sopravvalutato, ci si attendeva un crescendo verso una maggiore maturità narrativa e invece compare il disastro dei Baltimore, un condensato grottesco di ingenuità e stupidità, che non sembrava nemmeno scritto da lui. La prova successiva, Stephanie Mailer, lo ha fatto risalire di un gradino in attesa di un vero e proprio salto di qualità che purtroppo il recente Enigma non ci ha regalato. Grandi hotel di lusso, suite immense e inarrivabili, banche prestigiose con giri di miliardi, enormi mazzi di rose, gioielli favolosi, ville principesche con vista sempre meravigliosa, nobildonne splendide e decadute. Questi gli scenari in cui si muovono gli improbabili personaggi che hanno tra di loro relazioni inverosimili e sono coinvolti in intrecci complicati e grotteschi. Si può apprezzare lo sforzo di Dicker di correre dietro a qualche invenzione che ritiene originale e con cui pensa di stupire il lettore, ma purtroppo quello che doveva essere uno scossone fulminante in realtà è un po' ridicolo riesce solo a far vibrare le emozioni di qualche ingenua zitella che si fa trasportare dai fasti dell'ambiente, dai dialoghi stucchevoli, dai personaggi stereotipati e dal finale tanto edificante quanto ridicolo degno di una soap opera. Comunque al simpatico autore una ulteriore "prova di appello" va certamente concessa anche se forse sarebbe un bene se raccontasse le sue trame a un bravo scrittore e le facesse scrivere da lui.
Indicazioni utili
Il libro dei Baltimore
La scomparsa di Stephanie Mailer