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La melodia delle ossa spezzate
E’ tarda sera mentre rientrano da un viaggio d’affari, il volo in ritardo, eleganti nei loro abiti costosi realizzano che la limousine se ne è andata. John e T.J. stasera si accontenteranno di un taxi.
Mai salire sul taxi sbagliato.
Mentre la città impegna una buona parte delle forze di polizia nella conferenza di pace delle Nazioni Unite, l’agente Sachs risponde a una chiamata di omicidio. Sembrava un ramoscello, ma lo stomaco si comprime e dissente. Il dito scarnificato fino all’osso affiora dalla terra, un anello di diamanti da donna infilato sull’anulare insanguinato.
La mente lucida e brillante, un professionista di investigazione e medicina legale. Lincoln Rhyme bloccato per sempre nel suo appartamento di lusso, con il solo indice in grado di rispondere ai comandi del cervello e alle apparecchiature tecnologiche che gli permettono un minimo di autonomia intellettuale. Finalmente la prospettiva del suicidio assistito si concretizza: un medico, delle pillole, un elastico ed un sacchetto di plastica.
Tre giorni per un thriller, settantadue ore senza respirare per inchiodare un killer.
Infarcito dei tecnicismi di una vera e propria CSI, il ritmo è furioso quando il tempo è scandito da continui colpi di scena. Perfettamente affilato il taglio psicologico dei personaggi, in particolare nei protagonisti, la cui relazione prettamente lavorativa si trasforma, col trascorrere delle ore, in un amplesso empatico.
Troverai ancora il tempo di morire, detective Rhyme?
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Bruno, torna in te!
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