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Boston e il Mystic river
Ho acquistato questo romanzo di Dennis Lehane (lo stesso autore di Shutter Island) quasi per un sesto senso, avendo visto molti anni fa il film di Clint Estwood e al dire il vero ricordando poco della trama. Bene, come al solito il film non rende del tutto giustizia allo splendido romanzo di Lehane, una vera e propria epic novel, dentro c’è tutto amore, amicizia, vendetta, coraggio, una mole di materiale gestita benissimo dall’autore che ci offre anche uno spaccato di vita americano. Ci sono vite tragiche senza riscatto, le colpe dei padri che ricadono sui figli, l’alienazione, un importante approfondimento psicologico dei personaggi.
Il romanzo è un thriller che parte dal 1975 quando tre amici undicenni, Jimmy, Sean e Dave, giocano insieme su una strada del Point, un quartiere medio borghese di Boston. Ad un certo punto vengono avvicinati da un’auto con due sconosciuti che rapiscono Dave il quale dopo quattro lunghi giorni riesce a scappare, ma il suo ritorno a casa è caratterizzato da disprezzo, bullismo, vergogna. L’azione si sposta poi al 2000, molte cose sono cambiate nelle vite dei tre amici, quando in una notte di pioggia viene uccisa Katie, la figlia diciannovenne di Jimmy. Sean sarà il poliziotto incaricato delle indagini.
Nonostante l’aura thriller questo è un romanzo molto profondo, radicato nel tessuto americano e i suoi limiti, tocca tematiche importanti come la divisione di classe anche in gruppi sociali perlopiù omogenei (in questo caso operai), la vita disagiata delle periferie di una grande città come Boston, l’assenza di prospettive valide e/o di riscatto per chi proviene da quei quartieri dove si conoscono tutti e tutti sono un po’ parenti fra loro, la mancanza di recupero psicologico da traumi giovanili dovuti a pedofilia ma anche alla disgregazione della famiglia. Nessuno aiuta Dave ad affrontare ed elaborare il trauma subito anzi resterà a vita bollato da ciò che gli successe a undici anni e continuerà ad essere tradito e non considerato fino alla fine, anche quando cercherà di salvarsi da solo. Ma nessuno si salva da solo, nemmeno Jimmy che pure ci ha provato per amore di Katie, nel finale tornerà ad essere quello che in realtà è sempre stato.
Ma Dave e Jimmy sono dei Flats, estrema disagiata periferia mentre Sean è del Point e si capisce fin dalle prime pagine; il loro destino è stato e sarà diverso grazie a poche centinaia di metri, di pochi isolati che però diventano un limite invalicabile. Tutte queste tematiche non inficiano per nulla la trama del giallo, dell’omicidio da risolvere (tragica ed inaspettata anche la conclusione).
Uno dei punti di forza di “Mystic river” è la caratterizzazione dei personaggi, perfetta, tanto da rendere tutti protagonisti anche figure più marginali ma ugualmente importanti al fine della storia (penso alla madre di Brendan come al sergente Whitey). Un capitolo a parte sono le donne, le mogli, praticamente perfette e funzionali con tutti i loro limiti caratteriali ed esistenziali. Appassiona alla lettura una scrittura fluida, mai sciatta, con dialoghi stringenti e a volte crudi come la vita dei personaggi.
Dunque “Mystic river” è un romanzo straordinario, sicuramente da leggere se si amano i libri interessanti, con contenuti e buona scrittura.
“Diretti dove? Diretti nel luogo in cui le luci sono già estinte, idiota. E diventate vetri in frantumi”
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Commenti
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Penso che sì, è veramente imperdibile :)
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Anche io ho visto il film di Eastwood tempo fa e lo ricordo bellissimo, mi ha lacerato dentro, se ci ripenso sento ancora il groppo alla gola e la morsa allo stomaco. E se il libro supera di tanto il film, significa che è assolutamente imperdibile!