Dettagli Recensione
Capitano 99%
Il detective Jesse Rosenberg festeggia con i colleghi l’ultima settimana di lavoro prima della pensione. Sta per lasciarsi alle spalle una vita professionale di successi, siglata da quell’eloquente soprannome, capitano 100%.
Una donna gli si avvicina: “Mi chiamo Stephanie Mailer, sono una giornalista dell’Orphea Chronicle. Le dispiace se la chiamo capitano 99%?”.
È così che lo spettro dell’errore affiora dalle acque buie della memoria, dove da vent’anni giacevano sommersi i ricordi del quadruplice omicidio di Orphea. Il suo primo caso, il suo primo trionfo, la sua più profonda inquietudine: e se avessero davvero accusato un innocente?
L’improvvisa scomparsa della giornalista induce Jesse a riprendere in mano quella vecchia inchiesta, con l’aiuto del proprio compagno di allora e di una giovane e intuitiva poliziotta. Pagina dopo pagina, la trama si arricchisce così di personaggi, storie parallele e rivelazioni inaspettate, mescolando passato e presente, flashback e azione, indizi e smentite, menzogne e verità. Fino alla svolta finale.
Il thriller è squisitamente scorrevole, intrattiene a un ritmo serrato inanellando colpi di scena in abbondanza. Joel Dicker ripropone di fatto la stessa formula che decretò qualche anno fa il successo de “La verità sul caso Harry Quebert”, dando vita ad una storia avvincente, dallo stile fluido, caratterizzato da molteplici variazioni: di voce, di prospettiva, di tono. L’intento è chiaramente quello di affascinare con un’architettura appositamente complicata, infarcendo l’intreccio poliziesco con abbondanti digressioni nella vita e nei segreti dei numerosissimi personaggi. La sensazione è che l’autore si sia lasciato però trascinare dall’imperativo di sbalordire e abbia perso a tratti il senso della misura esagerando un po’ nelle forzature dell’intreccio, in divagazioni inutili, persino nella caratterizzazione di alcuni personaggi, che risultano esageratamente macchiettistici.
Volutamente sovrabbondante, la trama tiene comunque fino alla fine e il romanzo si lascia leggere con una certa piacevolezza. Per chi ama suspense, adrenalina e colpi di scena e non ne teme l’assunzione in dosi oltremodo massicce.