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Fatherland
 
Fatherland 2020-06-14 09:46:56 lalibreriadiciffa
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lalibreriadiciffa Opinione inserita da lalibreriadiciffa    14 Giugno, 2020
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Il capolavoro di Harris

Siamo nell'anno 1964 in Germania e più precisamente ci troviamo a Berlino dove fervono i preparativi per i 75 anni di Adolf Hitler e per l'immente arrivo, in visita di stato, del Presidente degli Stati Uniti: Joseph Kennedy. Quest’incontro dovrebbe favorire il clima di distensione nei rapporti tra i due Stati e far finire la "Guerra Fredda". Alla vigilia di questa importante data, sulla riva di un fiume viene scoperto il cadavere di un gerarca nazista, morto in circostanze sospette.
Le indagini vengono affidate a Xavier March, membro delle SS e miglior investigatore berlinese.

«Cosa si può fare» disse «se si dedica la vita a smascherare i criminali, e a poco a poco ci si accorge che i veri criminali sono quelli per cui si lavora? Cosa si può fare quando tutti ti dicono di non preoccuparti perché tanto non ci puoi fare niente ed è successo molto tempo fa?»Adesso Charlie lo guardava in un modo diverso. «Immagino che si perda la ragione.»«Oppure può succedere di peggio. La si può ritrovare.»

Intanto, no, non è tutto sbgaliato e se vi ricordate di nomi e date completamente diverse, non siete diventati pazzi tutto d'un tratto, ma siete entrati nel mondo ucronico di Robert Harris (pubblicato da Mondadori per la prima volta nel 1992), uno dei migliori romanzi di fantapolitica di sempre.
Harris immagina che Hitler abbia vinto la Seconda Guerra Mondiale e che abbia creato quel Reich millenario di cui aveva sempre farneticato, un impero che và dal Regno Unito agli Urali (foto sopra).

Per chi conosce lo scrittore, uno dei più prolifici degli ultimi anni, sa che anche in questo libro - forse più anche più degli altri - lo stile è quello di sempre: incalzante, veloce, proprio come assistere ad un film.
Le descrizioni dei luoghi e delle situazioni sono meticolose e visuali, invece, nel descrivere la psicologia dei personaggi, il metodo di scrittura cambia e diventa tagliente come la lama di un rasoio.

Harris riesce, come suo solito, a mettere su carta un gioco pericoloso e con la supance tipica di un grande thriller - di cui è maestro indiscusso - ci ha fatto vedere ciò che sarebbe potuto essere se la storia di un Nazismo vincitore si fosse malauguratamente realizzata.

Consiglio questo libro a tutti i tipi di lettori: a chi ama il giallo e i thriller belli tirati e agli appassionati di storia. Vi posso assicurare che rimarrete incollati alle pagine e ne vorrete leggere più possibile anche a costo di passare la notte in bianco (la prima volta che lo lessi, nel 1994, vi assicuro che andò esattamente così)

“Quando il nazionalsocialismo avrà dominato abbastanza a lungo, non sarà più possibile immaginare di vivere in un modo diverso dal nostro.” - Adolf Hitler

(Questa frase apre un capitolo del libro ed è centrale, per capirne il senso: un impero, il Reich millenario, che si fonda sulla paura e sui sordidi segreti dei suoi protagonisti)

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