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La pista. La prima indagine di Selma Falck
 
La pista. La prima indagine di Selma Falck 2020-05-19 13:09:08 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Mag, 2020
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Selma Falck

«[…] Sapeva che nella vita esistevano grandi momenti. E momenti piccoli. L’esistenza era una catena formata da elementi forti e deboli, positivi e negativi, istanti di totale apatia e attimi storici, insomma da tutto ciò che avveniva tra la nascita e la morte. La catena era lunga e quel momento, quella situazione assurda andava vissuta e superata.»

Classe 1966, Selma Falck, di anni cinquantuno (siamo a cavallo tra il 2017 e il 2018), è una ex campionessa della nazionale norvegese di fama mondiale insieme all’amica di vecchia data Vanja e al tempo stesso uno degli avvocati migliori sulla piazza. Tuttavia Selma ha un piccolo ma devastante vizio, un problema di ludopatia che la porta a perdere tutto e a ritrovarsi senza un lavoro, senza un marito e i figli, senza una casa, senza denaro e con un appartamento di modeste dimensioni e dubbia igiene a causa della presenza di topi e scarafaggi quale rifugio e un gatto quale unica proprietà. E proprio adesso che ha toccato il fondo ed è certa che per lei non ci sia un futuro, ecco che il passato torna a bussare alla sua porta: il suo ex capo, Jan Morell, padre di Hege Chin Morell, ha bisogno di lei ma non nelle vesti di legale quanto in quelle di investigatrice. Perché? Perché la figlia, campionessa di sci di fondo norvegese, rischia la squalifica dalle Olimpiadi di PyeonChang in quanto risultata positiva alla valutazione antidoping. Il padre è certo di un sabotaggio e per questo chiede l’aiuto, a determinate condizioni, della collega; ella è la migliore e l’unica in grado di poter provare l’innocenza della sportiva. Ad avvalorare la tesi di Jan vi è la successiva morte di Haakoon Holm-Vegge, campione della nazionale di sciatori di fondo, deceduto misteriosamente all’età di ventisette anni durante uno dei tanti allenamenti. A confermare i sospetti di un sabotaggio dei due migliori sciatori della nazionale norvegese vi è un denominatore comune: il clostebol. Entrambi parrebbero aver assunto la sostanza proibita, lo steroide anabolizzante. Che i due casi siano tra loro collegati? Che sia in atto un complotto? Che i due atleti si siano davvero dopati? Nulla è come appare eppure tutto fa parte di un disegno più grande che trova la sua origine nel passato, in una volontà di vendetta radicata e sedimentata per quasi quarant’anni. Riuscirà Selma a trovare le risposte alle tante domande irrisolte?

«Anche se credi di conoscere la risposta. Non devi costruire prima il tetto della casa, ma scavare per gettare le fondamenta.»

“La pista. La prima indagine di Selma Falck” è un buon giallo, un testo con un intreccio narrativo interessante e ben sviluppato, asciutto e scorrevole, fluido e rapido nella lettura. I personaggi sono ben caratterizzati e le vicende incuriosiscono anche il lettore meno avvezzo alla conoscenza dello sport presentato. L’opera si sviluppa in modo lineare e conduce per mano il lettore sino ad un epilogo che offre una buona risoluzione dell’enigma. Forse un poco acerbo essendo il primo episodio di quello che si presume essere una nuova saga. In ogni caso una lettura godibile, piacevole, immediata con cui trascorrere ore lievi.

«La paura riempiva la stanza. Era annidata in ogni angolo. Si celava dietro le tende tese e chiare che, spinto da un istinto quasi irrefrenabile, avrebbe voluto tirare. Persino al di là di quelle finestre ridicolmente enormi, tra gli abeti cupi che si stagliavano lungo il parcheggio, aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di indefinito e grigio che minacciava di penetrare attraverso il vetro e ghermirlo.»

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