Dettagli Recensione
Una raccolta un po' povera
In Anna Katherine Green vedo la figura della giallista vecchio stampo, molto simile a quelli che erano i due più grandi esponenti del genere: Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. Non si può comunque dire che ne imitasse lo stile e le idee, considerato che il suo primo romanzo venne scritto quasi dieci anni prima della "nascita" di Sherlock Holmes, in quel capolavoro che è “Uno studio in rosso".
Nella sua giovane detective Violet Strange constatiamo una metodologia d'indagine e un livello d'intuizione davvero molto simile a quelle del suo più famoso collega, seppur diversificate da una figura femminile vivace e dirompente, molto diversa da quella misantropica e misteriosa di Holmes.
In questa raccolta di tre brevi racconti, tuttavia, c'è davvero molto poco per poter giudicare Violet Strange e la sua creatrice: "Non è un mestiere per uomini " è infatti un libro che sarà anche di 200 pagine, ma queste vengono dimezzate dal testo a fronte (sulla cui utilità ho qualche dubbio, in questo specifico caso) e ulteriormente ridotte da almeno altre trenta pagine tra note, prefazione e postfazione. Rinunciare al testo a fronte e aggiungere un paio di racconti in più sarebbe forse stata una scelta più sensata, capace di dare al lettore un appagamento diverso oltre che la capacità di entrare più in empatia col personaggio, ché in questo caso non si tratta che di un “incontro” superficiale; come se avessimo invitato qualcuno a cena e questi ci avesse lasciati soli al tavolo subito dopo l’antipasto.
I tre racconti qui contenuti, tuttavia, ci danno un assaggio delle abilità della scrittrice (sicuramente degne di nota) e ci incuriosiscono abbastanza da voler leggere altro e approfondire. L'arguzia e le intuizioni di Violet Strange saranno certamente apprezzate dagli estimatori del genere, che magari hanno esaurito le avventure dei vari Poirot, Marple e il già citato Holmes ma non vogliono rinunciare alla bellezza unica dei gialli prodotti a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
“Non vedere! Lui comprese la futilità delle proprie parole nel momento in cui lo sguardo gli cadde sulla giovane donna, che si era alzata al suo apparire e ora stava in piedi davanti a lui e lo fissava senza proferire parola, senza fare un gesto, ma con una tale scintilla di terrore negli occhi che gli fece comprendere per la prima volta il senso dell’umana miseria.”