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La stanza degli ospiti
 
La stanza degli ospiti 2020-05-13 14:36:41 cesare giardini
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    13 Mag, 2020
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Una verità nascosta per troppo tempo.

E’ un thriller ben impostato, con personaggi credibili in un’atmosfera grigia stile londinese. La storia però non riesce a prenderti, non è coinvolgente, ha lunghi momenti di pausa, insistendo forse troppo sulle caratteristiche psicologiche della protagonista, assillata da un trauma infantile e dalle sue nefaste conseguenze. La giovane, di nome Lisa (ma non è quello d’origine), è tormentata da incubi notturni, soffre di sonnambulismo ed ha accarezzato l’idea di suicidarsi: avrà pace solo quando risolverà il suo dubbio, vale a dire, si capirà piano piano, conoscere finalmente la verità su un episodio capitatole in occasione del suo quinto compleanno e cercare il luogo in cui ebbe a subire gravissimi traumi le cui cicatrici ancora la tormentano. Nessuno le svela la verità, nemmeno i genitori, pur amandola sinceramente, e neppure un ambiguo medico psichiatra, amico e collega del padre. La ragazza indaga per conto suo, riesce a trovare la casa in cui ebbe a subire violenza, affitta con un sotterfugio una camera dai padroni ( una coppia poco raccomandabile che nasconde segreti inconfessabili) ed inizia a indagare, scoprendo proprio nella sua stanza verità nascoste e indizi raccapriccianti. Naturalmente, dopo una serie di colpi di scena, di scontri con i proprietari, di incomprensioni e litigi con i genitori e malintesi con il medico curante, alla fine, nonostante le continue bugie e depistaggi, verrà a galla la verità, una verità sconvolgente e inimmaginabile. A Lisa sarà d’aiuto un fidanzato trascurato, con il quale ritroverà l’amore perduto.
La storia è interessante, piena di punti interrogativi che stimolano alla lettura per sapere come va a finire, sostanzialmente, ma non è sorretta a mio parere da uno stile narrativo adeguato ai vari momenti drammatici. Lo stile è farraginoso, a volte sciatto, cercando forse inopportunamente di scavare nella psiche alterata della protagonista e tralasciando invece di enfatizzare i momenti culminanti della narrazione. Per contro, ben riuscite le figure secondarie del thriller, soprattutto quella della padrona di casa, che si atteggia malignamente a vamp sofisticata, e quelle dei genitori di Lisa, genitori d’altri tempi, il padre amorevole ma incapace di vera comprensione, la madre chiusa in una disperata rassegnazione.
Da leggere comunque.

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