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La maieutica è un piatto che va servito freddo
E' un classico caso di omicidio a interrompere le ferie forzate fra 'nebbie e flutti mutevoli’ islandesi di Jean-Baptiste Adamsberg, commissario dell'Anticrimine di Parigi: un'indagine priva di difficoltà che si conclude in tempi brevi, ma ben presto l'attenzione del protagonista si sposta sulla morte di tre anziani nel sud della Francia per il morso di un ragno reclusa, aracnide solitamente schivo e con un veleno letale solo in dosi estremamente massicce. Età avanzata e patologie pregresse delle vittime potrebbero essere la risposta a un caso apparentemente semplice, ma non per Adamsberg: superati depistaggi, fake news e un palese conflitto di interesse, c'è da risolvere il loro passato comune che triangola Medioevo, Seconda Guerra Mondiale e uno dei reati più ignobili in assoluto.
Tra favola e realtà, le reminiscenze di Nietzsche, Balzac, Magellano e Socrate fanno da sfondo a un romanzo nevrotico e quasi surreale che racconta in modo analitico di etica, morale, giustizia e spirito d'iniziativa.
Al centro della narrazione, Adamsberg e 'la sua indagine bislacca e avara di parole' tanto disapprovata da 'Danglard e Retancourt […], capifila dell’orientamento pragmatico della squadra', mentre attorno ai vari personaggi ruotano il cane di San Rocco, una murena che puzza, un filo di nylon, un fucile ipodermico, cinque piccoli merli e un numero indefinito di ronchi e di blaps - gli scarabei portatori di sfortuna.
'Ma supponi di guardare la cosa da un'altra angolazione', girovagando tra bolle cognitive e proto-pensieri: i lettori meno avvezzi non apprezzeranno la trama ingarbugliata e dispersiva, ma, superato il senso di noia crescente già dopo qualche decina di pagine, le nebbie di uno stream of consciousness esasperato saranno meno folli e meno impenetrabili.
Indicazioni utili
- sì
- no