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Indagini degli agenti Bosch e Ballard su "casi fre
Ritorna Harry Bosch, forse il personaggio più amato da Michael Connelly, in una nuova avventura,”La fiamma nel buio”. E’ l’ultima fatica (2019) del famoso scrittore e giornalista, appassionato lettore dei romanzi di Raymond Chandler e creatore appunto della figura del celebre detective del Dipartimento di Polizia di Los Angeles (LAPD). Bosch è in pensione da tre anni, comincia a sentire il peso degli anni, si appoggia ad un bastone per guai al ginocchio ma, animato sempre da un innato e irrinunciabile amore per la giustizia, non esita a rendersi in qualche modo utile, collaborando attivamente (per la seconda volta, la prima nel romanzo “La notte più lunga”-2018) con un nuovo personaggio, la detective Renée Ballard: una singolare collega, che vive in una tenda sulla spiaggia con la compagnia di un cane, ama gli sport acquatici ed è relegata ai turni di notte, avendo avuto in passato qualche problema con un diretto superiore per molestie sessuali. I due si dedicano ai cosiddetti “cold cases”, inchieste non risolte, sepolte da anni di bugie e volute dimenticanze. Formano una coppia ben affiatata e decidono di riportare alla luce un vecchio caso di omicidio mai chiarito, risalente al 1990, quasi trent’anni prima: un giovane di 24 anni, Elvin Hilton, con precedenti penali e di droga, viene ucciso a colpi di pistola in macchina, e, quello che appare più strano, il suo fascicolo giudiziario viene ritirato e conservato per anni, senza ulteriori annotazioni o indagini, da un anziano detective, John Jack Thomson, che andrà poi in pensione e morirà nel 2000. I due indagano a tutto campo, dividendosi i compiti o agendo in coppia: recuperano il fascicolo, scovano i testimoni di allora, i parenti, gli spacciatori di quegli anni, procedono ad intercettazioni ed interrogatori incontrando difficoltà d’ogni sorta e verità amare, nascoste dalla polvere degli anni. Mentre portano a buon fine l’indagine, non trascurano altri casi, anche questi altrimenti destinati a finire irrisolti: l’atroce morte di un ragazzo nell’incendio doloso della tenda in cui viveva (ma era rampollo di una famiglia ricca, e c’era in ballo una cospicua eredità) e l’assassinio di un giudice da parte di un killer prezzolato. I due casi rivelano, alla fine di complesse indagini, un denominatore comune: le attività illecite di uno studio legale ed un insolito killer, un’avventuriera cubana. Gli ultimi capitoli del giallo sono avvincenti, un susseguirsi di colpi di scena spettacolari che mettono in pericolo la vita della coraggiosa partner di Bosch
E’ un thriller ben confezionato, con la giusta tensione emotiva: merito di uno scrittore che unisce ad una straordinaria e coinvolgente abilità narrativa, una particolare attenzione ai risvolti psicologici dei personaggi. A tale riguardo, particolarmente toccante il quarantesimo capitolo, tutto dedicato all’incontro di Bosch con la figlia Maddie.
C’è infine un particolare che ci fa supporre un proseguimento della collaborazione della coppia Bosch-Ballard: tra le carte trovate in casa dell’agente Thomson, Bosch scopre documenti sull’assassinio di una giovane nel 1982, sul quale si è indagato poco e male senza scoprire il colpevole. Sarà argomento per un prossimo thriller? Ce lo auguriamo, perché l’accoppiata Bosch-Ballard sembra funzionare alla grande.