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HORROR PSICOLOGICO INTRAMONTABILE
Vidi la versione cinematografica di questo libro quando ero molto giovane e mi impressionò tanto che sono occorsi oltre 20 anni affinché leggessi il libro. Simile ma al contempo diverso, più profondo ed introspettivo il libro va’ oltre l’ottima versione cinematografica di Stanley Kubrick.
Per chi come me è cresciuto con in mente le sequenze del film è facile notare la mancanza di alcune scene, visivamente indimenticabili, come quelle relative al labirinto di siepi, ma la loro carenza non si sente affatto, in quanto lo sviluppo della psicologia dei personaggi, l’inestricabile intreccio di pericolo e paura, nonché il forte senso di costrizione e la sempre presente consapevolezza della mancanza di una via di uscita sono palpabili in ogni pagina del libro, quasi dal momento in cui la famiglia Torrance fa il suo ingresso all’Overlook Hotel.
Dal principio la storia sembra incentrata sulla discesa nella follia di Jack, combattuto tra gli eccessi di violenza e l’amore per la moglie ed il figlioletto. La sua coscienza si farà sempre più debole fino ad abbandonarlo del tutto, finché qualcos’altro non prenderà il suo posto definitivamente.
La combinazione esplosiva data dal dono del piccolo Danny che diventa nutrimento per il male che risiede nel fastoso Hotel, la latente follia del padre Jack che diventa facile preda dell’influsso demoniaco e finisce per diventarne il braccio nel mondo dei vivi, uniti alla mancanza di determinazione della moglie Wendy, creano terreno fertile per lo sviluppo del potere malefico della struttura.
Passato e presente, realtà ed immaginazione, sembrano coesistere in questo luogo dove il male resta radicato, nutrito dalle anime di coloro che vi sono passati nel corso degli anni nonché da tutto il male che vi è accaduto, ma quanto di questo male è stato causato dal potere maligno che qui risiede?
Cuore della storia è il piccolo Danny, reso più grande dei suoi cinque anni dalla sua capacità di leggere le persone, di vedere cose che gli altri non possono ma di non riuscire ancora a capirle fino in fondo. Il bimbo deve pian piano accettare l’allontanamento del padre, combattuto tra l’affetto per il genitore e la crescente consapevolezza del male che lo stà rosicchiando dentro alimentando il suo lato oscuro e cancellando definitivamente ogni luce.
Il libro cammina in bilico tra misticismo e dramma familiare, in un equilibrio tra realtà e fantasia che rende più reali i demoni che strisciano dentro all’hotel, fornendo sempre più tasselli che portano alla delineazione del complesso puzzle dentro cui si muovono i tre protagonisti. L’intervento di un agente esterno, il cuoco Hallorann anch’egli dotato in minima parte di un dono simile a quello del nostro piccolo Danny, sarà il soffio di vento che modificherà l’equilibrio della bilancia.
Sarà lui, nel poco tempo che trascorrerà con Danny, ad instradarlo nella giusta direzione affinché possa meglio comprendere il suo dono, rappresentando una speranza fioca ma presente.
Stephen King ci ha regalato con questo testo forse una delle sue narrazioni migliori, con la sua innata capacità di sfaccettare i personaggi e farli muovere su uno sfondo sovrannaturale, unita alla sua grande abilità descrittivo narrativa riesce sempre a renderli reali e ad incollare il lettore dalla prima all’ultima pagina stampata.
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