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L'impossibile è possibile
«L’impossibile non può essere accaduto, quindi l’impossibile deve essere possibile malgrado le apparenze»
Costretto a muoversi da Istanbul per l’Inghilterra Hercule Poirot, investigatore di origine belga, si ritrova a bordo dell’Orient Express diretto a Calais. Il viaggio ha inizio, le cabine sono affollate, i passeggeri numerosi. Un colloquio con Samuel Edward Ratchett, americano in viaggio d’affari, rivela al detective del suo crescente timore per la propria incolumità tanto da arrivare a chiedere protezione. Non a caso, a riprova del proprio e fondato allarme, dispone di un’arma della quale far uso in caso di necessità. Una bufera di neve, il treno è costretto a fermarsi. Un omicidio e niente di meno di colui che nella giornata precedente aveva richiesto aiuto adducendo, oltretutto a fondamento della propria tesi di pericolo, due presunte lettere minatorie. Chi lo ha ucciso e perché? Chi può aver avuto l’efferatezza di interromperne la vita con ben dodici fendenti all’altezza del cuore? Poirot, coadiuvato dal signor Bouc, amico di vecchia data, e dal Dottor Constantine, medico greco, dovrà indagare su questa eclettica morte muovendosi dalla convinzione che l’assassino non possa essere altro che uno dei viaggiatori presenti sul convoglio.
Da questi previ assunti ha inizio una vera e propria ricerca dell’omicida con tanto di interrogatori, perquisizioni, teorie che vengono a susseguirsi, a smentirsi e a riconfermarsi in un continuo di colpi di scena e di rivelazioni che porteranno il lettore a scoprire del mistero e a decidere dell’interpretazione prediletta dell’epilogo.
La trama è solida e lineare, i personaggi sono ben articolati, concreti e tangibili con mano, lo stile fluido ma meticoloso. Pagina dopo pagina la sensazione è stata quella di trovarsi di fronte ad un tipico giallo all’inglese che illustra analiticamente i fatti, esplorandoli e ripercorrendoli profondità e meditazione senza lasciare alcunché al caso.
Unica nota leggermente dissonante che ho riscontrato è stata una certa lentezza nella parte centrale dove si susseguono tutti i vari interrogatori sino a conseguire ad una sintesi dei medesimi. Ciò è necessario per giungere poi alla risoluzione del caso, tuttavia, li ho trovati un poco ridondanti, a lungo andare.
“Assassinio sull’Orient Express” resta comune una lettura godibilissima, piacevole e interessante. È inoltre un ottimo testo di tecnica narrativa per chi desideri avvicinarsi all’universo della scrittura e in particolar modo al settore del giallo.
«Se vuole prendere un coniglio, mon ami, metta un furetto nella sua tana, e se il coniglio c’è, scappa. È quello che ho fatto.»
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