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LA VUOI UNA SCATOLINA?
Da sempre amo il Maestro King, fin da ragazzina, nel corso degli anni ho letto gran parte delle sue opere – da Misery a La bambina che amava Tom Gordon – tuttavia, durante i miei pomeriggi trascorsi ad avventurarmi fra una libreria e l’altra del centro, mi stupisco sempre nel trovare su uno scaffale un suo libro che tuttora non conosco.
Ed è il caso di questo piccolo romanzo, scritto a quattro mani con Richard Chizmar, che ho letto nel giro di mezza giornata; ambientato nell’amatissimo ed immancabile Maine, nella cittadina di Castle Rock, una ragazzina pingue e dal nome curioso, Gwendy, si imbatte in un misterioso ed oscuro individuo che le dona, improvvisamente e senza alcun motivo (se non quello di essere, a detta sua, “la persona giusta”) una bellissima scatola di mogano decorata con bottoni colorati.
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”: come tante gemme preziose dal fascino segreto ed inarrivabile, ascoltando le parole dell’uomo, la ragazza intuisce subito quanto sia di gran lunga meglio che questi bottoni non vengano mai premuti, per nessuna ragione al mondo, anzi, ritiene strettamente necessario nascondere l’oggetto in un luogo sicuro, al riparo da occhi indiscreti e soprattutto dalla preoccupante curiosità dei genitori.
Gwendy non condivide con nessuno il suo piccolo segreto, nemmeno con la sua migliore amica Olive; la scatola, per quanto leggera e maneggevole, grava sul suo animo come un macigno, al punto tale che avverte l’impellente necessità di controllarla spessissime volte per rassicurarsi che nessuno l’abbia assolutamente scovata. Tanto la sua esistenza subisce una svolta inspiegabilmente positiva quanto Gwendy irrimediabilmente si allontana dalla spensierata adolescente che fu prima di cedere il controllo a quell’oggetto infernale: ossessione e timore la fanno da padroni, trovandosi sempre più in preda alle morbose attenzioni rivolte alla scatola dei bottoni che pare esser dotata di un proprio sapere ancestrale.
“E se lei avesse un bottone, e schiacciandolo potesse ammazzare qualcuno o farlo scomparire, oppure far saltare in aria un posto che ha in mente? Quale persona e quale posto sceglierebbe?” Bella domanda, Maestro King. L’inquietante Sig. Farris, non a caso, affida la scatola magica al cuore puro di una ragazzina, incontaminato dall’odio e dai brutti sentimenti, e con quel candore angelico si presta a custodirla segretamente, ignara delle conseguenze e delle cattive azioni che per mezzo di essa potrebbe compiere.
Cosa non mi ha convinta di questo libro? Innanzitutto, per i miei gusti, la marcata assenza di horror, quell’horror “alla King” che ti fa subito pensare al ghigno malefico di It oppure alle spettrali auree colorate che circondano le persone, così viste dal Sig. Roberts in Insomnia. Ho avuto un sussulto quando, durante l’incontro fra Farris e Gwendy, l’accurata descrizione di come avvenga l’approccio fra i due mi abbia ricordato una barchetta di carta ed un palloncino rosso, tuttavia ho visto smorzare pian piano il mio entusiasmo proseguendo via via nella lettura. Giungendo alla fine, con un poco di amaro in bocca, l’impressione è stata quella di aver scorto solamente la punta dell’iceberg e non tutto ciò che affonda in profondità, una creatura allo stato embrionale che avrebbe potuto essere la nuova Carrie in un magnifico crescendo di tensione purtroppo inesplosa e che implode ogni aspettativa.
Nel complesso una lettura gradevole, per ingannare il tempo in una piovosa domenica pomeriggio.
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