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Violette di marzo
 
Violette di marzo 2020-01-29 10:37:38 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    29 Gennaio, 2020
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Chi sei violetta di marzo?

Berlino, 1936. Vigilia delle Olimpiadi. Il Dottor Fritz Schemm, avvocato tedesco, dello studio Schemm & Schellenberg, non è un uomo di tante parole. Quando si presenta alla soglia della porta di Bernie Gunther, veterano di guerra ed ex poliziotto che ha perso il braccio con Luderndorff nell’assalto della fortezza di Liegi, non accetta un no come risposta. Mezzo ubriaco Bernie si ritrova a colloquio con Hermann Six, industriale milionario, con un unico obiettivo: recuperare i beni della figlia Grete e in particolare una preziosissima collana di diamanti. Grete, insegnante fino al 1934 prima che subentrassero le ulteriori restrizioni del regime nazista, e suo marito Paul Pfarr, sono morti nell’incendio della loro casa a Lichterfelde Ost. Ma prima che scoppiasse l’incendio gli avevano sparato più colpi e la cassaforte era stata svuotata. Prima della morte la giovane non aveva fatto testamento.

«Vede, Herr Gunther, mia figlia è morta senza testamento e quindi tutti i suoi beni finiscono nel patrimonio del marito. Paul il testamento l’ha fatto e ha lasciato tutto al Reich. Può immaginare che si possa essere tanto stupidi, Herr Gunther? Ha lasciato tutto. Tutto. Da non crederci. […] Mio caro Herr Gunther, era un nazionalsocialista. Quelli credono di essere i soli al mondo ad amare la patria. Io amo il mio paese. E nessuno dà più di me. Ma non sopporto il pensiero che il Reich si debba arricchire ancora a mie spese. Capisce?»

Hermann Six vuole giustizia. Rivuole la collana di diamanti della figlia, rivuole i beni che gli appartengono e che gli sono stati rubati. Ma chi era davvero Paul Pfarr? Paul Pfarr era una “violetta di marzo”; un affiliato dell’ultima ora al Partito nazionalsocialista e per questo disposto a tutto.
Allettato dalla prospettiva di un lauto guadagno Gunther si mette all’opera per rendersi presto conto di trovarsi di fronte ad un’indagine che lo porterà ad affrontare un qualcosa di molto più grande di lui, un qualcosa che si snoda tra Gestapo, malavitosi, amanti gelosi e un grande segreto, una verità fondamentale che l’industriale gli ha volutamente tenuto nascosta.
La trama scorre rapida, la prosa è chiara, limpida e diretta, lo stile accattivante e fluido. Le atmosfere che vengono ricostruite sono veritiere e tante sono le simmetrie che avvicinano l’opera al nostro presente. La maggiore qualità del narratore è quello di riuscire a calare completamente il lettore nell’epoca nazista, è quella di riuscire a fargli rivivere con mano quelle emozioni e quelle atmosfere cupe e nuvolose come il periodo storico attraversato.
Guther, personaggio avvalorato da un linguaggio perennemente ironico, si muoverà in punta di piedi ponendo le giuste domande e sempre e costantemente tentando di non mettersi in cattiva luce con i nazisti.
Primo capitolo di una trilogia che ha quale protagonista un antieroe, “Violette di Marzo” si distingue dalla massa per non essere il solito romanzo poliziesco: qui il nazismo è una costante certa, un qualcosa di tangibile con mano e per questo arriva con tutti i suoi connoti e la sua forza al lettore che non resta indifferente. Anzi.

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