Dettagli Recensione
Meglio muto che morto
Una famiglia la cui immensa ricchezza e’ stata ormai dilapidata dal figliol scialacquatore si vede costretta a vendere una preziosa ed antica collana di perle.
Un abile gioielliere individua il multimilionario interessato alla transazione.
Il pappagallo si esprime anche cinese, ma quale che sia l’idioma, il pennuto parla sempre troppo.
Gli americani si ritengono superiori ai cinesi, tendendo a ghettizzarli.
I cinesi fan quel che debbono fare sebbene siano certi dell’eccellenza intellettuale della loro stirpe, rispetto ai rozzi americani.
Divertita ad a osservare il guazzabuglio, a guizzi mi sovviene che ho per le mani un poliziesco, seppur ancora nessuno sia morto o qualcosa rubato. Ciò che vale, in fin dei conti, è che si accendano i riflettori su di lui, l’incredibile star partorita dalla mente di Earl Derr Biggers : il detective di origini cinesi Charlie Chan.
Lasciata la sua amata Honolulu per una trasferta a San Francisco, quella che doveva essere una visita di piacere alla scoperta del continente diviene invece la dimostrazione che, come lui stesso ci insegna, ” il postino in vacanza cammina sempre molto”.
Piacevole giallo vintage, il punto di forza non e’ tanto nella trama quanto nella presenza di questo piccolo saggio amabile raffinato ispettore che non ha eguali, nel panorama letterario di genere.
A chi ancora non conosce il soggetto di Biggers consiglio priorità sul primo volume della serie intitolato “Charlie Chan e la casa senza chiavi”, la cui ambientazione hawaiana anni Trenta descritta con bellezza artistica e’ niente meno che formidabile.