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Amore, potere e un omicidio
“La pista di ghiaccio” è il primo romanzo scritto da Roberto Bolaño, pubblicato in Spagna nel 1993 e riproposto nell'edizione Adelphi nel 2018 con la traduzione di Ilide Carmignani.
Tre voci si alternano nella narrazione, quella di Remo Morán, Gaspar Heredia e Enric Rosquelles, per raccontare avvenimenti che si sono svolti a Z, una cittadina sulla Costa Brava, nel corso di una lunga estate che sfocia fino all'inizio dell'autunno e alla conseguente fine della stagione turistica. Enric, Gaspar e Remo saranno protagonisti di una vicenda particolare, che culminerà nel brutale omicidio di una donna. Non stiamo leggendo un giallo o un thriller, più semplicemente ci troviamo di fronte ad una storia di ordinaria umanità. Il desiderio di due di questi uomini, Enric e Remo, si indirizza verso una giovane e bellissima ragazza, Nuria, promettente campionessa di pattinaggio sul ghiaccio. Nuria intesse una relazione con entrambi, anche se di natura completamente diversa. Gaspar invece, Gasparín per gli amici, è il testimone principale dell'evento attorno a cui ruota la narrazione: ma si tratta di un testimone che non giudica e che non si fa per niente incantare dalle apparenze.
Bolaño sembra giocare con noi lettori regalandoci una storia apparentemente complessa e intricata, in realtà abbastanza lineare, semplicemente molto umana. La maestria dell'autore riesce a catturarci attraverso la tecnica delle “confessioni incrociate”, che in seguito hanno spopolato nelle serie televisive e a farci assaporare così uno spaccato di vita: l'amore carnale e quello platonico, la violenza, la gelosia, la corruzione, la difficoltà a realizzarsi nella società e la facilità con cui se ne viene estromessi quando invece se ne era ai vertici. Niente è come sembra, è necessario avere uno sguardo più attento, più profondo, scavare di più nel contorto, contraddittorio e sorprendente animo umano.